VERONA - Sono scivolati dal sonno alla morte nella piccola casa di montagna che frequentavano nel fine settimana a Prati, una frazione di Bosco Chiesanuova, in Lessinia. Il killer letale è stato il monossido di carbonio di una caldaia con la quale i due amici, Riccardo Burli, 51 anni, proprietario dell'appartamento ma residente a Verona, di professione cuoco, e Paolo De Francesco, 50, di origini messinesi ma residente a Sommacampagna, operaio, insieme ai loro due cani si stavano scaldando. Quella di salire in montagna, a circa 700 metri di quota, con i loro animali era diventata per i due uomini un'abitudine da tempo.
Per due giorni sono stati cercati lungo i sentieri e le aree montane della Lessinia. L'ultima cella telefonica agganciata da De Francesco era stata quella di Bosco Chiesanuova ed è lì che sono andati ieri gli uomini della Protezione civile, i vigili del fuoco, aiutati dall'alto dall'occhio de i droni di Varese. Quando i militari, notata la macchina di uno dei due, hanno varcato la soglia della casa di Prati, per Burli e De Francesco non c'era più niente da fare e il medico legale ha potuto solo constatarne la morte. Per fugare qualunque dubbio il pm di turno, Silvia Facciotti, intervenuta sul posto insieme al sindaco di Bosco Chiesanuova Claudio Melotti, ha disposto che sui cadaveri sia effettuata l'autopsia. «Abbiamo attivato la nostra Protezione civile insieme a quella provinciale di Verona, i vigili del fuoco, i Carabinieri e il Soccorso alpino - spiega il primo cittadino - perchè si pensava in un primo momento ad un incidente capitato all'aperto».