Dopo Zaia ancora Zaia? Norma per togliere il tetto dei due mandati ai presidenti di Regione

Giovedì 26 Gennaio 2023 di Alda Vanzan
Luca Zaia

E se dopo Luca Zaia in Veneto ci fosse ancora Luca Zaia? Finora si era detto che nel 2025 i partiti di centrodestra, Lega in primis, avrebbero dovuto cercare un nuovo candidato per Palazzo Balbi, visto che la legge - sia quella regionale che quella statale - impediscono ai presidenti di Regione il terzo mandato consecutivo (che per Zaia sarebbe il quarto, e poi vedremo perché). Solo che è in atto un tentativo, sostenuto sia da destra che da sinistra, di togliere questo impedimento. Passasse questa modifica, nel 2015 Zaia potrebbe ricandidarsi alla presidenza della Regione del Veneto. E lo stesso potrebbero fare tra due anni Vincenzo De Luca (Pd) in Campania, Michele Emiliano (indipendente di centrosinistra) in Puglia, Giovanni Toti (Italia al centro) in Liguria. Se la modifica normativa venisse estesa ai Comuni, anche il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro potrebbe ripresentarsi per il terzo mandato.

Elezioni, limite per i presidenti di Regione


Non è fantapolitica. Lo scorso mese, in occasione dell'approvazione della legge di bilancio dello Stato, dalla Conferenza delle Regioni è stata avanzata la proposta di un emendamento per modificare l'articolo 2, comma 1, lettera f, della legge 165 del 2004. La norma in questione fissa la non immediata rieleggibilità allo scadere del secondo mandato consecutivo del Presidente della Giunta regionale. La proposta era di sostituire una parola: anziché secondo, si voleva mettere terzo mandato. Ora, è vero che per Zaia sarebbe il quarto, ma è stata la legge elettorale veneta (la numero 5 del 16 gennaio 2012) a stabilire che il primo mandato, quello dal 2010 al 2015, non andava conteggiato e che solo a partire dal 2015 sarebbe scattata la conta dei due mandati consecutivi.

Al di là dei distinguo normativi, l'aspetto interessante è la volontà politica: ci sarebbe un intendimento bipartisan, trasversale, per eliminare il tetto dei mandati. La modifica doveva entrare nella Legge di bilancio, ma all'ultimo è saltata. Occhio: non tramontata. Tant'è che a Roma si sta cercando la cosiddetta norma veicolo - potrebbe essere un qualsiasi decreto legge - per introdurre la novità. Ma perché Fratelli d'Italia, che ha il vento in poppa e che in Veneto è il primo partito, dovrebbe riconsegnare la Regione alla Lega anziché prendersela?

Eliminazione del tetto dei due mandati


Premesso che al riguardo Zaia non si è mai pronunciato, è la Lega che vedrebbe di buon occhio l'eliminazione del tetto dei due mandati. Per due ordini di motivi. La prima è che con Zaia candidato, il Carroccio potrebbe riuscire a contenere la dispersione di voti a favore di Fratelli d'Italia: in fin dei conti - è il ragionamento - Zaia è il governatore più amato d'Italia e la sua lista personale potrebbe raccogliere consensi anche dall'altra parte del recinto politico. È vero che uno Zaia Quater non avrebbe più in consiglio regionale una Lega autosufficiente com'è adesso e che dovrebbe fare i conti con gli alleati, ma sarebbe comunque una garanzia. Questo dicono in casa della Lega. Aggiungendo che di fronte a un sindaco o a governatore ricandidabile, la coalizione di centrodestra non si è mai opposta: perché dovrebbe farlo con Zaia? C'è anche chi si spinge oltre: con Zaia in ballo, Giorgia Meloni eviterebbe di dover scegliere in casa propria, magari tra Elena Donazzan e Luca De Carlo. Ma l'obiezione è: perché Fratelli d'Italia, che ha appena appoggiato la ricandidatura del leghista Attilio Fontana in Lombardia e non ha un solo governatore in tutto il Nord Italia pur avendo preso una caterva di voti alle ultime Politiche, dovrebbe rinunciare anche alla guida del Veneto? Il ragionamento fila, si attendono gli esiti delle Europee. Nel frattempo, l'emendamento del terzo mandato giace in qualche cassetto a Roma. Dicono che il vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini, ne sia a conoscenza. E che la materia, quando sarà all'ordine del giorno, approderà in Commissione Affari costituzionali. Dove siedono due soli deputati veneti: Alberto Stefani della Lega (di cui è il commissario regionale) e Elisabetta Gardini di Fratelli d'Italia.


Gli assessori


Se l'eliminazione del limite massimo di due mandati per i governatori spetta al Parlamento, quello degli assessori regionali spetta a Venezia in base all'articolo 6 della legge regionale elettorale 5/2012. Funziona così: o entro il prossimo 22 marzo gli attuali assessori (eccetto Francesco Calzavara che è al primo mandato) si dimettono i modo da rientrare eventualmente in gioco la prossima volta, oppure nel 2025 dovranno adattarsi a fare i consiglieri semplici (o a fare altro nella vita). A meno che, appunto, anche per loro non venga tolto il tetto. Cosa che a Palazzo Balbi sono pronti a fare.
 

Ultimo aggiornamento: 17:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci