Vigonovo, le casseforti rubate dalla mala del Brenta sono rimaste senza "identità"

Venerdì 14 Aprile 2023 di Vittorino Compagno
Vigonovo, le casseforti rubate dalla mala del Brenta sono rimaste senza "identità"

VIGONOVO - Le attività investigative riguardanti le casseforti ritrovate ad agosto dello scorso anno in una tratto dell'incompiuta idrovia Padova-Venezia, in località Galta di Vigonovo, si sono concluse senza un nulla di fatto. Troppo il tempo, dai 30 ai 40 anni, intercorso tra i furti e il loro ritrovamento per cercare di individuare i luoghi dove sono state rubate.
Inizialmente i forzieri presenti sul posto sarebbero stati almeno una decina, ma pare che qualche raccoglitore di ferrovecchio sia riuscito a portarsene via alcuni.

Ne sono rimasti sul posto solo quattro, quelli più pesanti e più difficili da recuperare.

Casseforti senza identità

I quattro forzieri, fatti recuperare dall'Amministrazione comunale di Vigonovo, sono stati depositati nella ex area del centro comunale per la raccolta dei rifiuti di vicolo Friuli. Dopo essere stati rubati chissà dove e da chissà chi, erano stati sventrati in un luogo appartato, ripuliti del loro contenuto e quindi gettati in acqua lungo un tratto dell'idrovia ubicato in via Sarmazza sinistra. A segnalare la loro presenza, non alle forze dell'ordine ma ad un giornalista del Gazzettino, era stato un pescatore che abita nella zona.
La siccità dello scorso anno aveva praticamente prosciugato la pozza d'acqua. Percorrendo un tratto di riva ben nascosta dalla vegetazione, si era accorto delle presenza delle casseforti. Considerato il loro stato e le incrostazioni sul metallo, è risultato fin troppo facile fare risalire la loro presenza agli anni ottanta, quando in zona imperversavano i componenti della Mala del Brenta.

Una volta rubate, venivano sventrate, svuotate e quindi abbandonate in luoghi nascosti e poco accessibili, come appunto quello di Galta di Vigonovo. Dopo il loro ritrovamento, il sindaco di Mira Marco Dori e il responsabile del Centro studi antimafia di Dolo, Maurizio Dianese, hanno chiesto di poterne avere una ciascuno. Il primo cittadino rivierasco vorrebbe usare la cassaforte per collocarla in un luogo pubblico e usarla come box per contenere volumi e pubblicazioni che dimostrino il danno pubblico subìto dalla comunità rivierasca ad opera della Mala del Brenta. Per Maurizio Dianese "potrebbero diventare un simbolo della cultura della legalità" e ne vorrebbe porre una davanti all'entrata del Centro di documentazione ed inchiesta sulla criminalità organizzata di Piazza degli Storti a Dolo. Anche il sindaco di Vigonovo, Luca Martello, pare intenzionato a collocarne una all'interno del Parco Sarmazza per riporre al suo interno dei libri da scambio.

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