VENEZIA - Quel filmato, girato in un momento di intimità dal ragazzo con cui era stata all'epoca, la perseguita ormai da sette anni.
RIPRESA RUBATA
Lui si difende, dice che qualcuno ha forzato il suo cellulare e fatto girare il video a sua insaputa. Ora rischia una condanna pensante. Il pubblico ministero, Alessia Tavarnesi, gli contesta la produzione di materiale pedopornografico, perché all'epoca del fatto la ragazza era minorenne.
In aula la donna ha ricostruito il suo incubo, iniziato nel 2014. Quando lei aveva 17 anni. L'imputato 18. I due ebbero un rapporto orale, che lui riprese con il cellulare. Lei gli chiese di smettere, poi si fece promettere di cancellare quel video, ha riferito in Tribunale.
Ma le cose andarono diversamente. In aula è stata sentita anche un'amica della donna, che per prima si accorse di quel video hard che girava in una chat di amici. Riconobbe l'amica e la avvisò immediatamente. Fu l'inizio dell'incubo. Dalla chat di amici quelle immagini presto divennero virali e finirono ovunque in rete. Centinaia di migliaia le visualizzazioni del video dei due ragazzini sui siti porno di mezzo mondo.
GLI EFFETTI DEVASTANTI
Per la giovane donna gli effetti furono (e continuano ad essere) terribili. Lo ha raccontato con sofferenza in Tribunale. La reputazione rovinata, la difficoltà a intrecciare nuove relazioni sentimentali, ma anche a trovare un lavoro. Negli anni in suoi legali - gli avvocati Simone Zancani e Guido Simonetti - hanno dato la caccia al video incriminato nei vari siti porno. «Da grandi siti porno internazionali l'abbiamo fatto togliere anche grazie all'Fbi, a cui viene mandata per conoscenza la richiesta di rimozione - riferisce l'avvocato Zancani -. Il problema sono i siti di serie B, spesso con sede in Russia, che sono difficilmente controllabili».
LA DIFESA
Il processo, intanto, continua. La prossima udienza è fissata per il 24 maggio. Quando saranno sentiti tre testimoni della parte offesa e altrettanti della difesa. Il giovane imputato, come anticipato, si difende sostenendo che qualcuno ha forzato il codice d'ingresso del suo cellulare e ha poi diffuso il video hard. Molto del processo si giocherà su questi passaggi. Resta il tema più generale dell'uso di questi video da parte di giovanissimi, ma non solo, e delle conseguenze che la loro messa in rete possono avere sulla vita delle persone, soprattutto delle donne. Immagini nate per essere private che, una volta rese pubbliche, finiscono nei canali peggiori e possono rovinare delle vite.