Il presidente della Rsa, 48 anni: «Dal coma alla mezza maratona, ho vinto la mia gara»

STRA - Solo tre mesi fa, il 9 luglio, l’incidente che lo ha tenuto in coma 20 giorni, ieri, 22 ottobre, Denis Cacciatori ha partecipato alla Venice Marathon. Ventun chilometri di forza di volontà, sudore e coraggio: è partito dallo start in Riviera Del Brenta e, anche se non è arrivato fino a Venezia, il presidente della Casa di riposo di Noventa Padovana e Stra, 48 anni il prossimo 16 novembre, ha portato comunque a casa la propria personale medaglia.

Un’emozione grandissima, una corsa in solitari fino al ventesimo chilometro con la stessa tenacia con cui è rimasto aggrappato alla vita, dopo un bruttissimo incidente stradale avvenuto una domenica di luglio, mentre si trovava in sella al suo scooter con la moglie, lungo l’autostrada A4. Quattordici chili in meno, fratture alle costole (otto) e alla clavicola, ematomi alla testa, traumi vari. «Mi hanno detto: ‘Ricomincia la tua vita, ma vai piano – racconta – Avevo cominciato a correre un anno fa, e non avevo ancora partecipato a nessuna maratona, solo mezze, e dopo la Dogi e la Padova Marathon a inizio e fine aprile, ho detto voglio provare a farne almeno una e mi sono iscritto alla Venice Marathon». Continua dunque con gli allenamenti, mentre il 5 luglio viene riconfermato presidente della Casa di Riposo di Noventa Padovana: 4 giorni più tardi lo schianto che ha tenuto due paesi in apprensione. «Incontravo persone al lavoro a Stra, a Noventa – racconta – e tutti mi fermavano dicendo che erano stati in pensiero per me, che avevano pregato tanto. Ecco, così hanno fatto tutti in modo che io facessi metà della maratona che volevo fare prima dell’incidente. L’ho fatta per tutti loro, come ringraziamento. Sapevo di poter arrivare a 14 chilometri, questa era la distanza massima che ero riuscito a coprire dopo l’incidente, ma mi sono prefissato di farne 20, cioè la metà». 

CUORE E PASSIONE
Nessuna velleità particolare, la passione per la corsa sì, ma tutto sommato da poco tempo, un’iscrizione a una maratona che per un brutto scherzo del destino avrebbe dovuto saltare. E invece «venerdì sera mi sono trovato col pacco gara in mano. Quando sono uscito dall’ospedale ho iniziato davvero molto piano: mezzo chilometro e poi mi fermavo. All’ultimo ho deciso di presentarmi ai nastri di partenza. Mi sono detto: “Parto e vedo dove arrivo a sfregio del destino che sembra non volere questa cosa per me”. Ma ho anche voluto essere un esempio: se hai carattere e forza di volontà, puoi fare cose che altri ritengono impossibili. Al ventesimo chilometro mi sono fermato perché non ne avevo più, a Marghera, ma è stato molto di più di quanto avessi fatto fino ad ora. Un’emozione grandissima, sono stato contento di averla fatta, anche se sapevo che non l’avrei finita. Mi sono goduto la Riviera del Brenta e il clima che contraddistingue questa maratona. Adesso avrò bisogno di un paio di giorni di recupero, poi programmiamo i prossimi passi. Da ora la prossima volta deve essere dai 20 km in su: vorrei farla tutta il prossimo anno, poi la New York, e poi tornare alla mezza maratona, che è il mio ideale».

IL PREMIO
Lui non lo dice, ma la sua mezza maratona veneziana l’ha corsa a un ritmo di 6’18 al chilometro: un tempo mica male per chi solo tre mesi fa lottava per la propria vita. Un esempio di coraggio e forza di volontà. «Ho saputo di questa incredibile prestazione di Denis – ha commentato il presidente di Venice Marathon, Piero Rosa Salva - e non vedo l’ora di incontrarlo per complimentarmi con lui e consegnargli comunque simbolicamente la medaglia».