VENEZIA - Del suo locale a Torcello aveva parlato anche il New York Times e alle tavole del suo caratteristico capanno di pescatori sedevano clienti provenienti da tutto il mondo felici di gustarsi menu tipici lagunari a prezzi di saldo pronti anche a aggiungere una mancia per un giro tra gli angoli della laguna.
Tutto bene per l'ex pescatore sessantenne trevigiano Antonio Zottarel, di Silea, titolare dell'attività, fino a quando la Guardia di finanza di Mestre, incuriosita da tanto successo, non ha scoperto che tutto avveniva senza autorizzazioni né versamenti fiscali. Tutto in nero insomma compreso il lavoro della cuoca. A questo punto a carico dell'intraprendente ristoratore sono scattate numerose e pesanti sanzioni, sia penali che amministrative, per avere esercitato l'attività di somministrazione di cibi e bevande in assenza di autorizzazione e senza adempiere ad alcuna obbligazione fiscale, per avere adibito l'imbarcazione, in maniera impropria, al trasporto dei clienti, per plurime violazioni ambientali connesse allo scarico in laguna delle acque reflue dell'attività di ristorazione e dei servizi igienici, nonché per una serie di violazioni alle norme paesaggistiche ed edilizie, che hanno avuto come ulteriore conseguenza il sequestro di tutta l'area adibita abusivamente a ristorante e che insisteva su spazi demaniali.
Il magistrato che si sta occupando della vicenda ha già disposto l'abbattimento di tutte le opere abusive, al fine di restituire i luoghi alla loro originaria naturalezza.
Ultimo aggiornamento: 10 Giugno, 21:45
Tutto bene per l'ex pescatore sessantenne trevigiano Antonio Zottarel, di Silea, titolare dell'attività, fino a quando la Guardia di finanza di Mestre, incuriosita da tanto successo, non ha scoperto che tutto avveniva senza autorizzazioni né versamenti fiscali. Tutto in nero insomma compreso il lavoro della cuoca. A questo punto a carico dell'intraprendente ristoratore sono scattate numerose e pesanti sanzioni, sia penali che amministrative, per avere esercitato l'attività di somministrazione di cibi e bevande in assenza di autorizzazione e senza adempiere ad alcuna obbligazione fiscale, per avere adibito l'imbarcazione, in maniera impropria, al trasporto dei clienti, per plurime violazioni ambientali connesse allo scarico in laguna delle acque reflue dell'attività di ristorazione e dei servizi igienici, nonché per una serie di violazioni alle norme paesaggistiche ed edilizie, che hanno avuto come ulteriore conseguenza il sequestro di tutta l'area adibita abusivamente a ristorante e che insisteva su spazi demaniali.
Il magistrato che si sta occupando della vicenda ha già disposto l'abbattimento di tutte le opere abusive, al fine di restituire i luoghi alla loro originaria naturalezza.