Mancano medici a Venezia, il direttore dell'Ulss Serenissima: «Una campagna per convincerli a vivere e lavorare qui»

Sabato 8 Luglio 2023 di Tomaso Borzomì
VENEZIA - L'ospedale civile dei Santi Giovanni e Paolo

VENEZIA - Una città in cui l’età media è particolarmente elevata necessita di camici bianchi che se ne prendano cura. Ecco che, visto che l’attuale prospettiva è che entro il prossimo anno vadano in pensione una decina di medici di base, serve un correttivo. A pensarci su è stata l’Ulss 3 Serenissima, che per bocca del direttore generale Edgardo Contato racconta come è nata l’idea di una campagna comunicativa, avviata ieri sera, per attirare in città medici nazionali e internazionali. 
Un modo per far sì, sulla scia di quello che ha fatto il tribunale, che ci sia una particolare attenzione verso la laguna e le difficoltà che ci sono nell’attrarre qui medici che si prendano a cura la popolazione. «I medici che usciranno nei prossimi due-tre anni copriranno il fabbisogno di medicina generale, ma utilizziamo tutti i metodi per portare alla copertura di zone carenti sul territorio», tranquillizza il direttore generale. 


IL PROBLEMA, LA RISPOSTA
Fare i conti non trasmette ansia a Contato, che ha già pronte le contromisure: «Su Venezia non ci sono grandissimi problemi, nel prossimo anno i pensionamenti saranno una decina, quindi ci stiamo attivando nelle varie modalità di ricerca, coma accaduto al medico di Castello, il lombardo Mauro Vincenzo Piantanida».

Da quell’esempio è scaturita l’idea di una campagna che tocchi le corde di chi voglia vivere a Venezia. In laguna ci sono 45 medici di base e il ricambio è reso più complesso dalle diverse variabili che compongono la città. Residenza, prezzi, scomodità, fattori che non possono però solo spaventare: «Lui ha cambiato vita, ha scelto un’altra dimensione, quindi ci siamo detti perché non guardare le cose da un lato positivo. Venire qui può essere un modo di lavorare diverso, perché non rendere partecipi di questa scelta di vita anche altri professionisti». Da lì l’idea è cresciuta, arrivando a voler mandare un messaggio al mondo: «Anziché piangerci addosso offriamo la possibilità di cambiare vita, stando vicino a chi vuole farlo». 


QUALITA’ DI VITA
Proprio sui fattori positivi batte Contato: «Tutti abbiamo l’obiettivo sul telefono dei diecimila passi. Ecco, per i veneziani sono la normalità. Qui si può avere una vita più lenta, si può rapportare al contesto in maniera diversa, con le visite domiciliari si possono anche pensare di visitare quei palazzi che sono difficili da osservare da fuori. Noi abbiamo solo detto che così si può fare». E l’Ulss 3 si mette così a fianco dei medici di medicina generale per aiutarli nella trafile di inserimento: «Con il Comune aiutiamo i dottori a inserirsi, tramutando un disagio in un termine positivo». L’esempio pratico è quanto accaduto con Piantanida, al quale i due enti, assieme, si sono attivati per trovare la soluzione dell’ambulatorio: «Se ci sono problemi sull’ospitalità, inizialmente c’è la foresteria a San Giovanni e Paolo, poi possiamo aiutare nel trovare un’abitazione, supportando le esigenze di reinserimento». 


L’ASPETTO ECONOMICO
Pure dal punto di vista economico, si possono avere soddisfazioni, perché i medici di base e i pediatri sono stipendiati sulla base di quante persone li scelgono. Facile l’equazione per cui in una città dove i medici sono pochi, la scelta sia quasi obbligata, facendo raggiungere la fascia più alta in poco tempo. La campagna, rivolta ai medici di medicina generale, si apre però a tutto il mondo della sanità: «Avremo bisogno di infermieri, medici, specialisti, spero che il messaggio sia colto in termini generali con una città accogliente e un’azienda che con la Regione è sensibile al tema della sanità e vede il personale come un patrimonio». Qualcosa si sta già muovendo anche dal punto di vista di chi sceglie Venezia per viverci, lavorando dentro all’ospedale: «Cerchiamo quelle persone che vogliano vivere la città come un’opportunità. C’è oggi un primario di neurologia che ha partecipato a un concorso come scelta di vita diversa. Era già primario a Rovigo, ma ha deciso di venire qui. E lavorare al Civile è una cosa appagante». 
 

Ultimo aggiornamento: 9 Luglio, 10:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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