Trucchi per non pagare la Ztl, retata sui bus guidati da autisti dell'Est

Sabato 26 Ottobre 2019 di Nicola Munaro
Trucchi per non pagare la Ztl, retata sui bus guidati da autisti dell'Est
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VENEZIA - Alcuni non avevano il foglio di viaggio compilato come da dovere e in cui la destinazione Venezia nemmeno appariva. Ma c'erano altri che trasportavano un numero di passeggeri superiori a quello indicato. 
Sono solo due delle ventisei violazioni che i militari della Guardia di finanza della Compagnia Pronto impiego di Venezia assieme ai colleghi delle Compagnie di Chioggia e Mirano hanno riscontrato sugli autobus turistici in arrivo a Venezia. 
E che alle compagnie proprietarie degli autobus turistici - quasi tutte dell'Est Europa - sono costate sanzioni per circa 40 mila euro, tutte pagate al momento degli stessi autisti di nazionalità polacca, ucraina, romena e ungherese.
LE VIOLAZIONI Se da un punto di vista meccanico e di revisione i mezzi controllati risultavano a posto, diverso il discorso sul rispetto di tutta una serie di piccole normative che regolamentano il trasporto di turisti in Italia. I baschi verdi della Finanza hanno multato gli autisti (e in seconda battuta le ditte proprietarie) per la mancata e precisa compilazione dei documenti di viaggio evitando di scrivere Venezia tra le destinazioni, l'indicazione non corretta del numero dei passeggeri (spesso inferiore alla realtà dei clienti trasportati) e la mancata comunicazione da parte delle società estere al ministero del Lavoro dell'effettuazione dei trasporti di turisti all'interno del territorio italiano, in pratica cabotaggio. 
CLIENTI ASIATICI Sui bus individuati e controllati dalle Fiamme gialle nei parcheggi del Tronchetto e nelle aree di sosta a Mestre e Marghera viaggiavano soprattutto passeggeri asiatici, arrivati in Italia via aereo e poi caricati sugli autobus in questione: mezzi di proprietà di imprese per lo più dell'Est Europa. Ed è questa conclusione l'abbrivio per le nuove indagini da parte della Guardia di finanza, da mesi concentrata a portare avanti una serie di controlli nel mondo del turismo.
L'ipotesi degli inquirenti è che, seppur al momento del tutto legale, continuando così si possa profilare una sorta di concorrenza sleale nei confronti delle aziende italiane di trasporto turistico. Risulta strano infatti che i turisti asiatici vengano affidati dai tour operator delle loro nazioni ad aziende dell'Est Europa, invece che ad agenzie locali. La pista su cui si sono messi a lavorare i militari delle Fiamme gialle è che ci siano prezzi ben più favorevoli proposti dalle ditte di trasporto dell'Est Europa: una leva che così toglierebbe di mezzo autisti e bus italiani nella gestione dei flussi turistici destinati a Venezia. Un nome che richiama sempre in tutto il mondo e su cui in diversi hanno iniziato a speculare.
 
Ultimo aggiornamento: 16:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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