«Un tonfo spaventoso, poi la terribile scoperta. Nessuno aiutava, tutti facevano foto»

Giovedì 5 Ottobre 2023
Tragedia del bus a Mestre

MESTRE - Il rumore di un tonfo spaventoso, poi la terribile scoperta. Qualcosa di impensabile, che mai avrebbe potuto immaginare, nemmeno lontanamente. Martedì sera, nel ristorante Madigans Venice di via Ca' Marcello, poco distante dal luogo in cui l'autobus è precipitato, c'era anche Stefano Gavazzi. Lui, veneziano, titolare dell'azienda GBT che vende nella città d'acqua attrezzature alberghiere, nonché vicepresidente dell'associazione "Rialto mio", era lì insieme al contitolare del locale mestrino, Bujar Bucaj, che ha estratto vivi dal bus un bambino e una bambina, fratello e sorella, insieme al loro cagnolino. «Mi trovavo nel locale per dei rilievi per la realizzazione di un nuovo angolo pizzeria.

Poi quel suono tremendo. All'inizio racconta Gavazzi credevamo potesse essere crollato un muro. Ma una volta usciti dal ristorante abbiamo realizzato».

 


I SOCCORSI
L'autobus capovolto, accartocciato su se stesso dopo aver sfondato il guardrail, non ha lasciato spazio all'interpretazione. «Bujar non ha esitato un istante e ha raggiunto il mezzo immediatamente. Nel frattempo io ho contattato il 118: erano le 19.50 circa e ho avuto l'impressione, in base alle risposte che mi sono state date al telefono, di essere stato il primo a lanciare l'allarme. E la cosa mi ha un po' sorpreso commenta Gavazzi . Ho detto: "è precipitato un pullman sul cavalcavia di Mestre", al che mi è stato chiesto di essere più preciso, fornendo qualche dettaglio in più. Quando ho telefonato, l'autobus doveva ancora essere avvolto dalle fiamme.

È successo solo in seguito, all'incirca 4 o 5 minuti dopo la caduta. Si è passati da un denso fumo nero al fuoco». Proprio come Bucaj, anche Gavazzi è rimasto profondamente sorpreso e non certo in positivo dall'atteggiamento delle persone presenti negli istanti immediatamente successivi alla tragedia. «Bujar gridava loro di andare a dargli una mano - ricorda l'imprenditore veneziano , ma tutti stavano immobile, con il cellulare in mano, preoccupati solo di immortalare il momento con il proprio cellulare. Questa cosa mi ha colpito molto». Al di là, naturalmente, della scena apocalittica alla quale ha suo malgrado assistito. «Le prime persone abbiamo iniziato a sentirle gridare dall'interno del pullman, subito dopo la caduta. E poi ancora in seguito, non appena il mezzo è stato avvolto dalle fiamme. È stato impressionante. Avere davanti agli occhi certe immagini è qualcosa a cui non si è davvero abituati e preparati».
M.Gas.

Video

Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre, 07:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci