Teatro Goldoni a rischio, Beltotto: «Servono nuove idee per allargare l'offerta e attirare gli spettatori»

Sabato 17 Giugno 2023 di Marta Gasparon
Teatro Goldoni a rischio, Beltotto: «Abbonamenti e biglietti non bastano. Senza spettatori non c'è futuro»

VENEZIA - «Se si continueranno a portare avanti le scelte fatte finora, il Teatro Goldoni, il più antico al mondo, chiuderà». Parole, quelle di Giampiero Beltotto, presidente del Teatro Stabile del Veneto, che ieri non sono passate inosservate nel corso dell'incontro "Fondazione di Venezia fra arte, cultura e società", organizzata a Palazzo Rio Novo.

Un'affermazione seguita da alcune possibili soluzioni da mettere in campo affinché il quadro cambi.


Problema demografico

«Il Goldoni è il teatro più sofferente di quelli del circuito dello Stabile. E il problema è demografico. Un aspetto che lo pone in difficoltà specie se in prospettiva: oggi, rispetto agli altri teatri che gestiamo, siamo già al limite in termini di bigliettazione e abbonamenti».
In altre parole, se in questi anni è calato il numero degli abbonati, il dato non può che viaggiare di pari passo con l'andamento demografico cittadino. Tra le necessità, per Beltotto c'è quella di riuscire ad intercettare un nuovo pubblico: giovani da un lato (sui quali si sta già lavorando grazie anche al contributo della Fondazione di Venezia), turisti dall'altro, «sulla scia di quanto già fatto dalla Fenice, che ha optato per la scelta del repertorio. Certo, noi non possiamo far ricorso alla musica del passato, ma a spettacoli che siano riconosciuti dal punto di vista europeo sì».
Come? Portando in scena due grandi nomi del teatro in quest'ambito Goldoni e Shakespeare rifondando così il repertorio della prosa. Il tutto contando su una nuova biglietteria che si metta in relazione con le grandi agenzie internazionali, per abbonamenti e prenotazioni, alle quali far avere con largo anticipo il cartellone degli eventi proposti, anche in lingua.
«Nel momento in cui lo spettatore arriverà qui prosegue Beltotto avrà già pagato il biglietto e saprà già a cosa assisterà. Nell'intervallo, magari, potremmo pure offrirgli un buon prosecco, proponendogli l'acquisto di prodotti locali che potrebbero essere spediti direttamente a casa. Così facendo, se per 3 o 4 sere si riescono a raggiungere le 500 persone in sala, vorrà dire averne di garantite, in quanto prenotate, anche 6mila al mese».
Un futuro sul quale il presidente spinge a ragionare concretamente, consapevole di come il punto di partenza fondamentale derivi dai lavori di restyling del Goldoni - che termineranno a settembre - per il quale il Comune ha stanziato 1.120.000 euro. A cominciare dalle nuove poltrone. «Avremo una sala più confortevole».
Tra le priorità, anche quella di poter lavorare con una compagnia stabile, che garantisca un contenimento delle spese (strutture sceniche e attori diversi ogni sera infatti costano). Modifiche che dovranno essere affiancate da un inevitabile aumento del biglietto. «Nei primi del 900 Venezia era la capitale del teatro in Italia e poi si è persa», ha detto Beltotto, suggerendo anche che teatro di Mestre e di Venezia «dialoghino fra loro».

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