Dal consiglio regionale 750mila euro al Teatro stabile del Veneto. «Ora soldi anche agli altri»

Giovedì 15 Dicembre 2022 di Angela Pederiva
Il presidente Giampiero Beltotto

VENEZIA - Quando su Palazzo Ferro Fini era ormai calato il buio, ieri il Consiglio regionale era vicino al secondo traguardo volante della maratona contabile. Dopo l'approvazione martedì della legge di Stabilità, e in attesa di arrivare forse già stasera al varo del Bilancio tabellare, la corsa della manovra è infatti proseguita fino a notte con il Collegato. Ore e ore di dibattito in cui è spiccato, fra gli altri, il caso dei fondi alla cultura: all'interno di una dozzina di emendamenti della Giunta che valgono 1,3 milioni, sono stati stanziati 750.000 euro per il Teatro Stabile del Veneto (e 250.000 per l'Adunata degli Alpini a Vicenza), mentre per ora non sono stati recuperati quattrini per le altre realtà del settore.


LE SOLLECITAZIONI
Fino alla fine tutto sarà ancora possibile. Per dirla (elegantemente) con l'assessore di comparto Francesco Calzavara, «il bilancio è un organismo vivente, fino a quando non viene approvato, si deve necessariamente tenere conto di una serie di sollecitazioni che arrivano da vari assessorati e cercare di dare risposte fino a quando abbiamo tempo...». È sulla spinta di simili pungoli, ad esempio, che il leghista è riuscito a far entrare in aula 9,62 milioni in più per la spesa discrezionale legata alle deleghe del presidente Luca Zaia e dei suoi assessori, salita così a 77,22 milioni. La quota maggiore va al suo collega di partito Cristiano Corazzari: 18,27 milioni, cioè il 23,66% del totale, destinati ai suoi referati e quindi sicurezza, caccia e pesca, flussi migratori ed appunto cultura.
In quest'ultimo ambito ricadono i 250.000 euro dedicati alle Penne Nere per il 2023 (più altri 350.000 per il 2024: «Sono l'orgoglio della nostra terra», ha chiosato Alberto Villanova, portavoce degli zaian-leghisti) e soprattutto i 750.000 per il Tsv (primo acconto della dotazione triennale che arriverà a 2.250.000 euro), approvati all'unanimità.

Riflessione di Giacomo Possamai, capogruppo del Partito Democratico: «Naturalmente siamo favorevoli al provvedimento, nel senso che essendo ritornato Teatro nazionale, lo Stabile merita sicuramente un incremento del contributo. Però chiediamo di aumentare, dello stesso importo, anche lo stanziamento per la legge regionale sulla cultura». Commento di Elena Ostanel, consigliera del Veneto che Vogliamo: «Se abbiamo messo 750.000 per il Teatro Stabile, io non vedo perché non ne troviamo altri 350.000 per supportare le iniziative di 23 imprese culturali che, pur giudicate meritevoli, sono rimaste escluse dai bandi a causa della carenza di risorse».


IL DISAGIO
A questo proposito Calzavara non ha scartato la possibilità di un correttivo, ma intanto ha giustificato la scelta: «Abbiamo voluto sostenere il salto qualitativo e quantitativo di un'istituzione culturale che oltretutto è partecipata dalla Regione». Fra i banchi della maggioranza si è però intravisto un certo disagio. La leghista Francesca Scatto ha difeso così le prerogative della commissione Cultura di cui è presidente: «Non deve assolutamente essere un ricettacolo di decisioni e di provvedimenti che arrivano dall'assessorato. Io farò di tutto perché questo non avvenga, perché dobbiamo veramente metterci in testa tutti che la cultura non è il dare ascolto all'associazione di turno, che può tornarci utile magari in una possibile campagna elettorale: la cultura è qualcosa di diverso».
A tarda sera risultavano accolti emendamenti dell'opposizione per 57.500 euro, all'interno di un pacchetto totale che pesa 2 milioni. Scintille sul sociale, tanto che la zaiana Sonia Brescacin è sbottata: «Ho sentito molte falsità sui servizi offerti dalla Regione per le fasce più deboli». Polemiche sul diritto allo studio, dentro l'aula ma anche fuori, con gli studenti dell'Udu che hanno stigmatizzato l'assenza dell'assessore Elena Donazzan al tavolo con gli universitari («Continueremo a chiedere la copertura delle borse di studio e aiuti per la comunità iraniana»). Replica dell'esponente di Fratelli d'Italia: «Certo che non c'ero, come richiesto ho organizzato l'incontro con il dirigente, ma io non ero prevista».
 

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