Tasse, lo Iuav di Venezia in testa
alle università più care d'Italia

Mercoledì 21 Ottobre 2015
Tasse, lo Iuav di Venezia in testa alle università più care d'Italia
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VENEZIA - L'Università dell'Aquila è un caso a sè: la città ha passato quello che ha passato ed è ovvio che gli studenti di quell'ateneo se la possano cavare con appena 21 euro di tasse universitarie l'anno. Ma altrove la musica è diversa e i Bilanci degli atenei italiani, pubblicati ora dal Ministero (su dati del 2013) lo dicono chiaramente: mandare un figlio all'università costa, di sole tasse tra i mille e i mille cinquecento euro l'anno in media, ma con differenze fortissime non solo tra Nord e Sud, ma anche tra ateneo e ateneo. Skuola.net ha messo a punto una sorta di mappa da cui emerge chi picchia sulle tasse.



Lo Iuav di Venezia, cioè l'ateneo che raccoglie le facoltà di architettura e design, è il più caro della penisola, con tremila euro di tasse universitarie l'anno (la concittadina e storica Ca' Foscari si accontenta di un terzo in meno, 2.000 euro). La medaglia d'argento, in questa classifica, va al Politecnico di Milano - 2.500 euro - mentre terza classificata è l'università del Molise dove gli studenti devono sborsare 2.400 euro l'anno. Nel meridione si concentrano le università che sulla voce «tasse e contributi» hanno dovuto contare meno per far quadrare i bilanci. Se si esclude L'Aquila, di cui si è detto, tra le 5 università dalle tasse più leggere si trovano due calabresi, una lucana e un'altra abruzzese. Catanzaro ha avuto circa 520 euro a studente, l'Università della Basilicata circa 600. L'Università della Calabria è arrivata a circa 670 euro, Teramo a 700.



Ampliando la ricerca, emerge che a salire si ripercorre lo stivale. Si passa dalla Puglia alla Sardegna, attraversando la Sicilia e la Campania, per superare le regioni del centro con la mastodontica Sapienza di Roma che si accontenta di poco più di mille euro. Fino a concludere in Emilia, Veneto e Lombardia, con la vetta occupata dalle già citate università del settentrione.



«Non si tratta però certo solo di avidità, per quanto riguarda gli atenei del nord.
Non è infatti un mistero che, nell'autonomia della gestione delle tasse da parte delle università, l'importo di queste - fa notare il portale - sia in buona parte regolato dalla dichiarazione dell'Isee: dove l'Isee è basso, la tasse sono basse, e viceversa. Così, le famiglie assumono un carico maggiore del bilancio universitario dove se lo possono permettere: per la fattispecie, nel settentrione. Al contrario, dove le università risultano più economiche, è perché poco è quello che possono dare gli studenti».
Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 11:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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