Alla terza è andata. Con il benestare del presidente della Regione del Veneto Luca Zaia (che se fosse stato contrario mai avrebbe consentito la presentazione di un emendamento della giunta), ieri il dirigente dell'intergruppo della Lega, Tiziano Bembo, si è visto per legge aumentare lo stipendio: da 86.479,89 euro a un lordo di 114.396,03 all'anno. Ci avevano provato, invano, nel dicembre 2020 e nell'aprile 2021. Ieri non solo il provvedimento è andato al voto, ma è stato anche approvato: 37 sì, 10 no, 4 assenti (Barbisan, Boron, Razzolini, Zaia). Solo a Bembo - e infatti l'opposizione ha urlato e abbandonato l'aula: «Legge ad personam» - perché in consiglio regionale del Veneto solo Bembo dirige un gruppo di almeno 20 consiglieri.
Aumento di stipendio al dirigente della Regione Veneto
Il tema è divisivo. Per l'opposizione di centrosinistra in tempi di difficoltà (ieri la pandemia, prima ancora la crisi economica, adesso la guerra e il caro bollette) non possono esserci aumenti di stipendio. È così che quando ieri mattina l'assessore al Bilancio, lo zaiano Francesco Calzavara, ha presentato in aula l'emendamento della giunta alla proposta di legge ordinamentale per aumentare lo stipendio ai dirigenti dei gruppi con più di 20 consiglieri, al Ferro Fini si è scatenato l'inferno. La maggioranza muta, l'opposizione all'attacco: il capogruppo dem Giacomo Possamai («Stupefatto del metodo, questo è un blitz»), la verde Cristina Guarda, la civica Elena Ostanel, la dem Vanessa Camani e poi Francesca Zottis, Andrea Zanoni, Anna Maria Bigon, Jonatan Montanariello, Erika Baldin. Fino ad Arturo Lorenzoni: «Non contesto solo il metodo, anche il merito». Rispetto ai precedenti, falliti, emendamenti, quello presentato ieri da Palazzo Balbi - che, va detto, non comporta aumenti di spesa perché rientra nella dotazione finanziaria dei gruppi - interessa due fattispecie: il responsabile di almeno due gruppi a cui aderisce un minimo di 20 consiglieri (ed è l'unico caso attualmente esistente, gruppo Zaia più Lega, 31 consiglieri, 34 se si contano anche l'autonomista Piccinini e i due del Misto, Valdegamberi e Barbisan, con Bembo responsabile unico) e il responsabile con incarico di coordinamento di almeno tre gruppi (che al momento non c'è). Fatto sta che eccetto l'assessore Calzavara, nessuno della Lega è intervenuto. L'unico della maggioranza a prendere la parola è stato il fratello Joe Formaggio, ma fuori microfono non sono mancati alterchi (violento quello tra Finco e Montanariello).
Si è recriminato su tutto, a voce alta e sottovoce: l'aumento della paga al superdirigente della Lega, lo spacchettamento del personale a Fratelli d'Italia così che ognuno dei 5 consiglieri abbia il proprio uomo di fiducia anche se part-time, il cumulo di cariche e personale a partire da Erika Baldin che tra monogruppo M5s e segreteria d'aula conta 5 dipendenti. E poi i battibecchi. Della serie: perché la galassia della Lega non si è presa più dirigenti, anziché uno solo? Risposta: perché con uno si risparmia. «La passata legislatura - ha tuonato Finco - alle casse del consiglio la Lega ha restituito un milione, altri i soldi se li sono spesi». È finita comunque a tarallucci: Giuseppe Pan e Roberta Vianello compivano gli anni, pastine per tutti alla buvette.