Tormentò l’ex fidanzata di 72 anni. Condannato a due anni, e l'amico complice ai servizi sociali

Venerdì 18 Settembre 2020 di Gianluca Amadori
STALKING Un altra vicenda di persecuzione contro una donna da parte di un uomo col quale aveva avuto una relazione
SPINEA - Due anni di reclusione per aver tormentato l’ex fidanzata per un periodo di circa un anno, danneggiando il portone d’ingresso della sua abitazione, nonché dando fuoco alla vettura della donna.
È la pena (sospesa) che un sessantacinquenne di Spinea ha patteggiato ieri mattina di fronte al giudice per l’udienza preliminare di Venezia, Massimo Vicinanza, sulla base dell’accordo raggiunto tra Procura e i difensori dell’uomo, gli avvocati Barbara De Biasi e Giovanni Coli. 

Il coimputato, un cinquantaquattrenne di Mestre, accusato di aver aiutato l’amico nelle operazioni di danneggiamento dell’auto ha invece chiesto la messa alla prova, e la sua posizione è stata stralciata.

LA VITTIMA
La vittima del reato di stalking è una signora di 72 anni, di Mestre, finita nel mirino, assieme ad alcuni suoi familiari, dell’uomo con cui aveva avuto una relazione affettiva, iniziata nel 2011, e successivamente conclusasi nel luglio del 2018, dopo alcuni periodi di tensioni.

L’attività persecutoria si concretizzò inizialmente in una serie di lettere anonime che l’uomo (di cui non citiamo il nome per non rendere riconoscibile la vittima) si fece scrivere da un’amica e recapitò ai vicini di casa della ex, oppure fece ritrovare sul parabrezza dell’automobile della figlia. Ma non solo: l’automobile della settantaduenne fu più volte danneggiata, così come quella dei suoi familiari: finestrini rotti, gomme bucate e perfino un principio di incendio. Le fiamme furono appiccate anche al portone d’ingresso dell’abitazione della donna.

RISARCIMENTO
Dopo essere stato scoperto e denunciato, il sessantacinquenne di Spinea ha confessato e si è dichiarato pentito di quanto ha fatto, attivandosi per risarcire, almeno in parte, il danno provocato. Nel corso del processo ha versato una somma che è stata accettata a titolo di acconto dalla donna, costituitasi parte civile. Anche l’amico ha ammesso gli addebiti e ora aspetta che venga definito il progetto di attività socialmente utili al quale dovrà aderire per evitare la condanna. Il reato sarà dichiarato estinto soltanto se concluderà positivamente il percorso di messa alla prova, richiesto dal suo difensore, l’avvocato Aldo Ghezzo.
Ultimo aggiornamento: 11:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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