Sottomarina. A rischio la concessione dello stabilimento "Gigetto" dopo 60 anni: arriva la decisione del Tar

Venerdì 19 Maggio 2023 di Diego Degan
Sottomarina. A rischio la concessione della "Spiaggia Gigetto" dopo 60 anni: arriva la decisione del Tar

CHIOGGIA - Il Tar deciderà mercoledì prossimo, 24 maggio, se la "Cucina da Gigetto", almeno per questa stagione estiva, potrà ancora continuare la sua attività e "festeggiare" (sia pure con un misto di ansia e speranza in cuore) i primi sessant'anni di vita di questa piccola impresa a conduzione familiare: a partire dai fondatori, Mauro Tiozzo Brasiola e moglie, per proseguire, oggi, con le figlie, i generi, gli zii e i cugini. Tra cinque giorni, infatti, il tribunale amministrativo regionale, discuterà il ricorso presentato dallo storico stabilimento balneare, contro l'ordinanza del Comune (e svariati altri atti amministrativi) che assegna a un'altra ditta la concessione demaniale di quel tratto di spiaggia.

RICORSO AL TAR

La ragione dei tempi di discussione così rapidi sta nel fatto che la stagione balneare è già iniziata e gli attuali gestori, rischiano di perdere gli investimenti già fatti negli scorsi mesi, mentre i loro concorrenti sperano di subentrare al più presto per dare il via alla propria attività. La controversia nasce dalla prossima applicazione della direttiva Bolkestein che prevede che le concessioni demaniali balneari scadute vadano al'asta dal gennaio 2024.
Molti imprenditori chioggiotti hanno cercato di ottenere, attraverso la legge regionale 33, una ulteriore proroga: più anni di concessione (altri 20, nel caso di "Gigetto") in cambio di lavori di ammodernamento e miglioria sull'area demaniale (200mila euro, sempre nel nostro caso).

Ma l'offerta della famiglia Tiozzo si è scontrata con quella della famiglia Bernello, piccoli imprenditori di Cavarzere che hanno recentemente mutato la ragione sociale di un tradizionale negozio di alimentari, nella frazione cavarzerana di San Pietro, in una attività di gestione di stabilimenti balneari e hanno presentato un'offerta più alta (388mila euro) che il Comune ha preferito.

Ma non per l'entità della cifra. La proposta della famiglia Tiozzo, infatti, non è stata presa in considerazione perché conteneva della difformità rispetto ai strumenti urbanistici che regolano la zona e, quindi, i Bernello hanno vinto "in automatico". Di qui il ricorso dei Tiozzo che contesta la linea seguita dal Comune, osservando che le "difformità" sarebbero solo sulla carta e facilmente rimediabili e lamentando che nessuna comparazione era stata fatta rispetto al progetto concorrente, al cui contenuto loro non hanno avuto accesso, pur avendolo richiesto.

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