Effetto Bolkestein. Dopo 60 anni di gestione a rischio la concessione di spiaggia e ristorante "Gigetto"

Lunedì 15 Maggio 2023 di Diego Degan
Da Gigetto a Sottomarina

CHIOGGIA (VENEZIA) - Una concessione demaniale lunga sessant'anni, un'azienda a conduzione familiare che cerca di resistere, un "concorrente" che vuole subentrare e che potrebbe riuscirci in breve tempo. Se qualcuno era curioso di vedere come funziona la Bolkestein, a Sottomarina potrà trovare tutti gli elementi, e le contraddizioni, che caratterizzano questa vicenda storica e, ovviamente, economica.


IL CASO
La "vittima" della situazione è lo stabilimento balneare "da Gigetto", al secolo Mauro Tiozzo che, appunto, da quasi 60 anni è gestito dalla sua famiglia. Oggi ci lavorano i genitori, Mauro e moglie, con figli e generi, oltre ad un certo numero di dipendenti e collaboratori stagionali. Non si tratta, quindi, di una grande stabilimento che arricchisce qualche anonimo speculatore, ma di una piccola impresa in cui lavorano direttamente i titolari e che dà lavoro ad altre persone di pari livello sociale. E, giusto per completare il quadro, una spiaggia con un ristorante apprezzato che è un punto di ritrovo per moltissimi chioggiotti e frequentatori di Sottomarina. Quella che si potrebbe definire una realtà "popolare", insomma. Con l'avvicinarsi degli obblighi imposti dalla Bolkestein la famiglia si è posta il problema di come conservare il "capitale" (certo economico, ma anche sociale) accumulato in tanti anni, visto che vivere di rendita non è, probabilmente, possibile neppure per loro. Così, hanno presentato una domanda di proroga della concessione, a norma della legge regionale 33.


LA PROCEDURA
«Come decine di altri concessionari demaniali spiega Giorgio Bellemo, presidente di Ascot e apripista di questa metodolgia di richieste hanno deciso di presentare un piano di investimenti sulla concessione, per ottenerne il prolungamento. Finora, a Chioggia, una trentina di attività hanno ottenuto l'ok, senza troppi problemi, ma loro si sono trovati a fare i conti con una proposta concorrente che, dagli uffici comunali del Demanio, è stata giudicata migliore e rischiano di perdere tutto, anche gli investimenti fatti finora».

La legge 33, infatti, permette sì la proroga, ma la subordina a una procedura di evidenza pubblica senza "paracadute", ovvero senza risarcimento degli investimenti, risarcimento che «c'era fino al 2021, ma poi è stata "bocciato" da una sentenza della Corte Costituzionale che ha definito tale materia di esclusiva competenza statale. Ora il Parlamento, o il Governo, dovrebbero definire, entro luglio, i decreti attuativi con i criteri di indennizzo ma, per il momento, non c'è alcuna sicurezza». Ma non c'è solo questo: la Bolkestein, è stato detto, aprirebbe le porte delle spiagge italiane alle multinazionali estere. Non è così, in questo caso: il concorrente è un'altra piccola azienda italiana.

Ultimo aggiornamento: 16 Maggio, 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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