Venezia, il sindaco Luigi Brugnaro confessa: «Non volevo ricandidarmi»

Mercoledì 7 Settembre 2022 di e.t.
Il direttore del Gazzettino Roberto Papetti, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e Stefano Lorenzetto
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MESTRE - «Non avevo intenzione di candidarmi per il secondo mandato da sindaco ma quando ho saputo che avevano preparato le liste di proscrizione, allora ho corso di nuovo e ho vinto». Luigi Brugnaro ieri nell'auditorium De Michelis dell'M9, il Museo del 900 a Mestre, si riferiva alle liste di nomi di dirigenti e quadri che dal 2015 al 2020 si erano avvicinati, collaborando, all'amministrazione fucsia, e chi le aveva stilate era pronto a rovinargli la carriera. «Ha visto questi nomi?» gli ha chiesto il direttore del Gazzettino, Roberto Papetti, ma Brugnaro ha svicolato dicendo che non servono i nomi, «lei è di Bergamo, ma io sono nato qua e conosco bene tutti».

Così è arrivato al secondo mandato da sindaco con la sua lista fucsia e a fondare un partito, Coraggio Italia, «perché altrimenti l'esperienza civica si sarebbe esaurita, ma io resto sindaco».

L'autobiografia

E dopo aver fondato il partito di centrodestra ha scritto un libro, edito da Marsilio, 192 pagine sotto forma di intervista scritte dal giornalista Stefano Lorenzetto: Ci giudicheranno i bambini. Lo ha presentato ieri in un auditorium pieno di gente ripercorrendo i temi a lui cari: «Da piccoli c'era il boom delle nascite e giocavamo a calcio su campi senz'erba, anche 20 contro 20, e quando ci installarono la traversa piangemmo di gioia». Dal calcio giocato al basket posseduto, la sua Reyer, della quale «le sconfitte più atroci sono quelle che capitano quando pensi di meritare la vittoria». E dallo sport all'impresa, e alla politica: «In ogni campo bisogna sempre dimostrare che non hai imbrogliato. Non come i politicanti che sono incapaci eppure prendono voti».

Ma d'altro canto il sistema elettorale, eliminati il proporzionale e le preferenze, è a dir poco in crisi e l'elettore è ridotto a mettere una X sulla scheda. Eppure «prima ancora di dire alla gente di votare per me, dico di andare comunque a votare, e informarsi bene su chi si sceglie. I giovani oggi leggono solo sui social ma quanta verità c'è? E invece la credibilità dell'informazione è fondamentale». Perché ha voluto il libro? «Per testimoniare che per avere successo bisogna anche inciampare e poi tirarsi su». Perché ha fondato un partito? «Perché c'è bisogno di un momento di convergenza per dare a questo Paese un futuro. Perché la paghetta, il reddito di cittadinanza, è un voto di scambio e invece i soldi vanno guadagnati, come la libertà».

Le proposte

Così una delle proposte di Coraggio Italia è di prendere i 10 miliardi del reddito sociale, lasciarne 3 per i casi davvero gravi e destinare gli altri 7 ai giovani, a togliere loro le tasse e a favorire chi lavora. E poi l'invito è a non avere paura. «L'Italia è divisa tra coraggio e paura. La paura è normale ma bisogna superarla. Io non ho paura di nessuno, né della Meloni che conosco da 15 anni ed è una brava mamma, né dei centri sociali. Abbiamo idee diverse, tutto qua. E dobbiamo imparare a confrontarci, altrimenti la gente, i professionisti, alla politica non si avvicinerà mai». Sul futuro della leader di Fdi il sindaco non ha comunque dubbi: «Penso diventerà presidente del Consiglio». Quanto ai suoi predecessori, Brugnaro ha poco dubbi: «Il sindaco che ho stimato di più è Massimo Cacciari, un uomo generoso e un politico capace di stare tra la gente».

Ultimo aggiornamento: 11:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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