Venezia, l'intervista al sindaco Luigi Brugnaro: «Supereremo di sicuro il 3%. Calenda? Tornerà con il Pd»

Domenica 28 Agosto 2022 di Alda Vanzan
Venezia, l'intervista al sindaco Luigi Brugnaro: «Supereremo di sicuro il 3% Calenda? Tornerà con il Pd»
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VENEZIA - Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia e presidente di Coraggio Italia: era necessaria la vostra presenza con la lista Noi moderati alle elezioni del 25 settembre nella coalizione di centrodestra?
«A Venezia siamo nati come movimento civico, io non ho mai avuto tessere di partito in tasca.

Ho capito che i problemi che affrontiamo qui, come ad esempio il degrado, riguardano l'intero paese. Solo che i sindaci civici e tutte le persone che si mettono in campo con una azione di volontariato politico, se non hanno un partito di riferimento rischiano di non avere futuro, la stessa esperienza civica rischia di chiudersi stante il limite dei due mandati per i primi cittadini. Ed è un peccato. È così che ho pensato di fondare Coraggio Italia per raccogliere tutte queste esperienze e portarle dal basso al governo del paese».

Crisi energetica: anche secondo lei, come hanno ventilato Giorgia Meloni e Matteo Salvini, si arriverà al razionamento di luce e gas?

«Affrontare i problemi in maniera settoriale è uno sbaglio. In passato - e giustamente, va detto, per tutelare l'ambiente - si sono chiuse le centrali a carbone, si è cominciato a valutare alternative al petrolio. Ma non ci si è resi conto che ci stavamo affidando completamente alla Russia. Si sarebbe dovuto invece diversificare, come fanno gli imprenditori. Adesso cosa si può fare? Intanto non farsi prendere dal panico. Chiaro che serve una azione di emergenza, ma prima di tutto bisogna verificare se sono stati aperti i rubinetti del gas, quelli chiusi dal Governo del M5s in maniera scellerata nei nostri giacimenti, e se sono state date le licenze a chi aspetta da anni di fare parchi fotovoltaici ed eolici. Al posto della paura va messo il coraggio. Bisogna agire, proprio come ha fatto il premier Mario Draghi».

Nel frattempo aiuti economici a famiglie e imprese?

«Assolutamente sì. Io però non darei soldi alle persone perché paghino le bollette, è più semplice che metà bolletta sia in capo allo Stato. Dove reperire le risorse? Il reddito di cittadinanza nel 2021 è costato 9 miliardi: bene, almeno 5 miliardi di quella spesa vanno utilizzati per le bollette. C'è la spesa buona, che crea indotto positivo, e c'è la spesa cattiva, soldi buttati via».

Anche secondo lei il Pnrr va rivisto?

«Su un punto sono d'accordo con Giorgia Meloni e cioè che bisogna andare a parlare con l'Europa per verificare se l'aumento dei costi delle materie prime ci consente di fare gli appalti. In questo senso il Pnrr va aggiornato: o si hanno più risorse dall'Europa oppure dovremo ridurre le opere».

Brugnaro, Toti, Lupi, Cesa: prima assieme, poi divisi, adesso di nuovo uniti. La lista unica Noi Moderati è stata una scelta obbligata?

«La legge elettorale prevede uno sbarramento del 3 per cento e questo è il motivo per cui ci siamo uniti. È stato difficile, ma, senza aspettare il dopo elezioni, noi i temi li abbiamo affrontati, il confronto c'è stato sul serio, l'intesa sulle cose da fare l'abbiamo davvero trovata, così come sull'alleanza».

Siete i più piccoli del centrodestra: vi considereranno?

«Berlusconi può dire quello che vuole, ho un grande rispetto nei suoi confronti, ma l'età anagrafica non è un dettaglio di poco conto. È il momento di dire che il centrodestra è fatto di quattro gambe, non di tre. Noi siamo la gamba moderata e civica. E il futuro siamo proprio noi, che tra l'altro veniamo da grandi esperienze amministrative: Toti in Liguria, io a Venezia, Lupi è stato ministro e Cesa è stato uno padri fondatori del Ppe, il Partito popolare europeo. Il futuro è qui o vogliamo perdere i voti a favore del centrosinistra?».

Cioè a favore del Terzo Polo di Calenda e Renzi?

«Ma perché Calenda non lo dice che un minuto dopo il voto tornerà con il Pd e quindi con tutti quei comitati che non gli faranno fare nulla di quello che va dicendo? Posso dire che sarebbe una truffa prendere i voti dei cittadini e poi andare ad allearsi con Letta che vuole mettere la patrimoniale ai ricchi, e poi a cascata toccherà al ceto medio, e con quelli del no? Lo stesso Letta che vuole obbligare i bambini ad andare all'asilo!».

Se Giorgia Meloni prenderà un voto in più degli altri leader del centrodestra, il Capo dello Stato dovrà incaricarla di formare il Governo? 

«Giorgia non prenderà un voto in più, ma tanti in più. E certo che Mattarella le darà l'incarico, Giorgia non doveva neanche dirlo».

La lista Noi moderati supererà la soglia del 3%?

«A livello italiano di sicuro, in Veneto dobbiamo fare meglio. Perché? Secondo me questa Regione a Roma non conta niente. L'autonomia la porteremo avanti noi, l'abbiamo votata tutti, la vogliamo, magari non saranno tutte le 23 materie, ma stavolta avremo al Governo una compagine nostra che non prenderà ordini da nessuno».

Come Coraggio Italia avete puntato su Martina Semenzato, Raffaele Baratto, Francesco Peghin, Andrea Causin: davvero non ha mai pensato di candidarsi?

«L'ho sempre detto: ho già un impegno, sono il sindaco di Venezia. E, anzi, è utile che io e Toti restiamo ad amministrare i nostri territori, così saremo la cinghia di trasmissione per il Governo. Saremo noi a chiamare Roma per dire cosa c'è da fare, non il contrario».

Ad esempio?

«Più poteri ai sindaci per l'ordine pubblico e competenze penali ai giudici di pace. Risse in strada? Offese alle donne in pubblico? Fai la pipì davanti alla porta di una casa? Una notte in cella».
 

Ultimo aggiornamento: 21:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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