«Scuola, basta cattedre vuote, un algoritmo per gli organici»: il piano della dirigente dell'Ufficio scolastico di Venezia

Parla Mirella Nappa, che assicura che i problemi di decrescita demografica e di calo delle iscrizioni sono conosciuti, si cercherà di evitare la chiusura delle classi

Giovedì 2 Marzo 2023 di Filomena Spolaor
SCUOLA La dirigente dell'Ufficio provinciale di Venezia punta a salvare le classi
VENEZIA - «Rassicuriamo le famiglie sulla salvaguardia delle classi prime nel centro storico e nelle isole, garantiremo l’organico e prenderemo in considerazione le esigenze delle minoranze linguistiche friulane. Decresce la popolazione scolastica, ma non necessariamente diminuisce la richiesta del numero delle classi da parte dei dirigenti scolastici».
Mirella Nappa, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale per il Veneto dell’ambito territoriale di Venezia, spiega gli obiettivi della scuola veneziana. Arrivata da Reggio Calabria, Nappa è al quinto anno dell’esperienza veneziana. «Un’esperienza - racconta - che mi stimola e mi piace».
Dottoressa Nappa, partiamo da Venezia città. In centro storico la formazione delle classi prime e una possibile chiusura delle scuole preoccupano le famiglie. Cosa accadrà? Quale processo regola le decisioni?
«Come ufficio territoriale non abbiamo il potere di chiudere una scuola o un plesso. Preferisco che i genitori si interfaccino con il dirigente scolastico, punto di riferimento della comunità, perché c’ è spesso l’abitudine di rivolgersi all’ufficio territoriale. Capisco i genitori che chiuse le iscrizioni il 30 gennaio, già il 1° febbraio in presenza di un numero limitato di alunni vogliono sapere dove il figlio andrà a scuola. Ma noi prendiamo una decisione in tempi dilatati: a luglio o agosto possiamo trovare le risorse necessarie per soddisfare la comunità scolastica. I problemi del centro storico e le isole ci sono ben presenti e non vogliamo certo che le scuole chiudano». 
Però c’è un decremento della popolazione scolastica. Non c’è il rischio che questo ricada sulla formazione delle classi? 
«Per il prossimo anno abbiamo la speranza che il numero dei posti assegnati dal ministero resterà sullo stesso quantitativo dell’anno scorso. Se è così a livello nazionale, significa che anche l’ufficio provinciale potrebbe continuare a contare sulle risorse, e siamo in grado di intervenire su situazioni che richiedono attenzione. Nel precedente anno scolastico a gennaio si sono verificate situazioni di allarme a Murano e Burano, ma poi a luglio si sono risolte».
Quali sono i tempi?
«I genitori hanno terminato di iscrivere i figli a fine gennaio, i dirigenti scolastici hanno formulato la proposta di formazione delle classi, ora il personale sta elaborando i dati e vede come saranno distribuiti i posti a livello provinciale. In seguito il ministero comunicherà le risorse, e darà un tempo limite per la chiusura dell’organico di diritto dei docenti, che l’anno anno scorso si è svolta a fine aprile. L’organico di diritto attiene alla formazione di quei posti che definiscono una composizione organica stabile, attraverso cui avviene una sistemazione del personale di ruolo, già assunto o in via di assunzione. Seguono i trasferimenti del personale a tempo indeterminato, e su quelli il ministero definisce i posti vacanti e le nuove immissioni in ruolo». 
E’ un processo, che ha cercato di colmare le carenze? 
«Grazie a un sistema informatizzato ora è possibile perseguire l’obiettivo di anticipare le operazioni di immissioni in ruolo di nuovo personale docente, che prima avvenivano a ridosso dell’inizio anno scolastico e con operazioni in presenza. Il Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze) comunica a ciascuna provincia i posti che possiamo assegnare per l’immissione in ruolo, di solito nella prima quindicina di luglio. E sempre entro il 15 luglio devono intervenire i mutamenti di incarico per i dirigenti scolastici: c’è chi chiede di andare in altre regioni, ma anche di rientrare, in presenza di genitori anziani e figli piccoli». 
E dopo le nomine di ruolo dei dirigenti, ci sono quelle delle reggenze? 
«Vengono conferite o sulle scuole con norme dimensionate, che non hanno un titolare, o su sedi sotto-dimensionate sui 300 o 500 alunni che non possono essere comprese dalla titolarità di un dirigente scolastico».
L’ ultimo passo sono le supplenze? 
«Si. Grazie a un algoritmo che ha lavorato in modo perfetto, il conferimento delle supplenze viene calcolato su norma, entro il 1 settembre. A inizio pandemia con le nomine in presenza, i posti erano stati coperti solo a fine novembre con la protesta delle famiglie. Ho concluso l’algoritmo il 31 agosto 2022, e il 1 settembre tutte le scuole di Venezia avevano il 95% dei supplenti necessari. È stato detto che l’algoritmo aveva commesso errori, in realtà l’algoritmo ha lavorato bene, perché ci ha consentito di eliminare le cattedre vacanti per mesi».
Ci sono altre situazioni particolari? 
«Prenderemo in considerazione i contesti peculiari, come quello della minoranza linguistica friulana a Teglio Veneto».
E le classi "pollaio"? 
«In provincia di Venezia non ci sono, perché abbiamo garantito la formazione delle classi entro dei parametri corretti».
Ultimo aggiornamento: 07:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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