Scomparsi nel nulla, 37 casi ancora senza una risposta in Veneto e Friuli Venezia Giulia

Domenica 19 Febbraio 2023 di Nicola Munaro
Il ritrovamento di resti umani a Marghera un mese fa circa

MESTRE - Da quando nel 2005 l’Associazione Penelope ha aperto il suo sguardo tra Veneto e Friuli Venezia Giulia per dare assistenza morale, operativa e giuridica ai familiari delle persone scomparse, il telefono dell’ufficio squilla sempre. «Ci sono arrivate anche tre segnalazioni alla settimana, c’è stato anche chi ci ha chiamato per chiedere aiuto a casi vecchi» racconta Daniela Ferrari, presidente dell’associazione Penelope Veneto.

Come successo in queste settimane, in cui il ritrovamento di alcune ossa umane in un campo di via della Chimica ha riacceso l’attenzione su casi di cronaca dall’andamento carsico. È così che si è tornato a parlare di Florina Simion, la ventiquattrenne sparita da Pianiga il 26 febbraio 2016 senza lasciare traccia: la Procura di Venezia ha archiviato il caso come allontanamento volontario ma le segnalazioni e l’attenzione di Penelope non si è mai spenta: «Chiediamo che il suo caso venga analizzato di nuovo dalla magistratura» dicono la presidente Ferrari e l’avvocato Stefano Tigani, legale della famiglia Simion e referente di Penelope per il Veneziano. Quello di Florina è l’unico caso ancora aperto seguito da Penelope nell’area metropolitana. Gli altri 13 in banca dati si sono tutti chiusi con ritrovamenti: in 7 casi la persona scomparsa è stata trovata senza vita.


VENETO E FRIULI
Nelle due regioni seguite a Nordest, in diciotto anni i casi sono stati 185, la maggior parte (148 fascicoli) sono già chiusi mentre 37 casi sono ancora aperti. «Scriviamo alle Prefetture chiedendo di riaprire i tavoli per le ricerche. Quando un caso viene archiviato a livello giudiziario, chiediamo gli atti e andiamo a vedere cos’è emerso e se ci sono elementi dei quali non siamo a conoscenza e possono essere rilevanti - aggiunge la presidente - Quello che per un investigatore può essere superfluo, per chi li conosce bene può essere decisivo». Familiari che «si sentono spesso ai margini nelle indagini sulle ricerche e a cui capitano episodi difficili da vivere. Ci sono stati casi di persone a cui sono arrivate le multe perché i loro cari scomparsi non hanno fatto il vaccino anti-Covid e in un caso di questi una persona era scomparsa da dieci anni». Poi c’è il versante umano, quello più faticoso: «I familiari sono persone immerse in un sentimento di solitudine - conclude Ferrari - nell’immediatezza si concentra tutto nella ricerca, che può durare anche mesi. Quando si capisce che non si arriverà a una soluzione, ci si scontra con una realtà che non si conosce perché da una parte non c’è la certezza del lutto e dall’altra si nutre la speranza di portare a casa un cadavere. Ed è una ferita che si riapre ogni volta che ci sono questi ritrovamenti».


CASI CHIUSI
Di 148 casi chiusi, 68 sono persone ritrovate senza vita. Tra i più importanti seguiti da Penelope, la scomparsa nel luglio 2011 di Lucia Manca, la cinquantaduenne di Marcon bancaria dell’Antonveneta di Treviso e poi di Preganziol, uccisa dal marito Renzo Dekleva. Lui, informatore farmaceutico condannato in via definitiva nel 2015 a 19 anni e 8 mesi di carcere, tentò di distruggerne il corpo nascondendola sotto a un viadotto di Cogollo del Cengio, nel Vicentino, dove nell’ottobre dello stesso anno verranno ritrovati dei resti umani dai quali si risalì all’identità della bancaria. Sempre nel Veneziano la vicenda di Giampalo Gaggiato, 45 anni di Marcon. Sparito da casa alla vigilia di Ferragosto 2003 era stato ritrovato otto anni dopo (il 15 aprile 2011) nella acque del Canale Ovest industriale a Marghera dove la sua Lancia Thema si era inabissata. Il corpo, ancora al posto di guida, era stato scoperto sperimentando un sonar di ultima generazione. 


SENZA RISPOSTA
Il mistero delle ossa di Marghera ha fatto pensare, oltre che a Florina, a Isabella Noventa, la cinquantacinquenne di Albignasego (Padova) uccisa nella notte tra il 15 e il gennaio 2016 dai fratelli Freddy e Debora Sorgato con la complicità della tabaccaia di Camponogara Manuela Cacco, e il cui corpo non è mai stato trovato. Nell’elenco delle storie irrisolte anche padre Michele Bottaccin, il frate cappuccino originario di Loreggia (Padova) scomparso nel luglio 2002 a 52 anni durante un’escursione sul monte Rite, in Cadore. E Marianna Cendron, 18 anni, sparita a Paese (Treviso) dieci anni fa. Poi Samira El Attar, 43 anni di Stanghella (Padova), scomparsa il 21 ottobre 2019 e per il cui omicidio il marito è stato condannato all’ergastolo.

Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 20:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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