Sorpresa a San Marco: dal cantiere spuntano due scheletri millenari

Mercoledì 1 Agosto 2018 di Giorgia Pradolin
Il cantiere in piazza San Marco

VENEZIA Sono rimasti sotto Piazza San Marco per qualcosa come mille anni, più o meno, finché i lavori attorno alla Basilica, avviati per la messa in sicurezza dall’acqua alta, non li hanno riportati alla luce: due scheletri, risalenti al periodo medioevale, pare si tratti di un uomo e di una donna, sepolti assieme. Un ritrovamento storico eccezionale, quello di pochi giorni fa, che ha lasciato a bocca aperta gli operai e li ha costretti a fermarsi per permettere i rilievi della Soprintendenza.

I resti umani sono già nelle mani degli archeologi che stanno svolgendo tutti gli accertamenti del caso: la scoperta apre infatti tutta una serie di scenari storici e suggestivi nella piazza più conosciuta del mondo.
Gli scheletri sono apparsi in ottimo stato di conservazione, uno sopra all’altro, divisi solo da una stratificazione di terreno. Anche quel terreno, di colori diversi, è stato analizzato e risale al periodo del Medioevo. Per capire di quali anni si sta parlando però, sarà necessario dare tempo alle ricerche.

Probabile che le due salme fossero anticamente avvolte in sudari, ma che questi, nel corso dei secoli, si siano consumati e polverizzati. I due “riposavano” sotto alcuni metri di terra, davanti alla parete sud della Basilica e alla Porta della Carta di Palazzo Ducale, a pochi metri dall’ingresso del campanile. In questi giorni, in quell’area, sono in corso i lavori per mettere all’asciutto dall’acqua alta l’ingresso della Basilica con il pavimento in mosaico. Un intervento idraulico sulle condutture fognarie già esistenti e sui “gatoli” della Piazza, gli antichi cunicoli che servono a scaricare l’acqua piovana. Ancora più antichi però, potrebbero essere i resti umani in cui i lavori si sono imbattuti. Bocche cucite da parte della Soprintendenza e della direzione lavori, nessuno rilascia dichiarazioni sulla scoperta, almeno per il momento.

Ma di chi saranno i due corpi sepolti assieme? Per il momento si possono solo abbozzare delle ipotesi. Potrebbero essere stati sepolti lì ancor prima dell’edificazione della prima chiesa dedicata a San Marco in Piazza, nell’828, costruita per ospitare le reliquie del patrono di Venezia, trafugate, secondo tradizione, ad Alessandria d’Egitto. Potrebbe anche trattarsi, ad esempio, di personale della servitù che aveva prestato servizio nel vicino castello del doge, quello che poi divenne Palazzo Ducale. Ma non è nemmeno da escludere che si tratti di veneziani morti a causa dell’epidemia della peste nel 1348, una delle più terribili in città che decimò la popolazione. Una pestilenza che estinse oltre 50 famiglie patrizie, e chissà se la coppia era una di quelle. 

Altra pista ancora, quella delle sepolture dei sacerdoti sullo spazio attorno alla basilica. Prima del 1807 infatti non esisteva il cimitero monumentale della città, e le sepolture si svolgevano nei sagrati o all’interno delle chiese e, quando questi si riempivano, i resti erano trasferiti in varie isole della laguna.

Curioso però, che quando il campanile crollò, nel 1902, e venne poi ricostruito, i lavori attorno non abbiano mai portato alla luce questi due antichi reperti umani.
I due cadaveri sono stati ritrovati vicini al “capitello del Matrimonio” del XIV secolo, inciso sulle arcate di Palazzo Ducale: una coincidenza che alimenta la suggestiva e romantica ipotesi che possa trattarsi di due innamorati, uniti ben più oltre il tradizionale “finchè morte non vi separi”.

La raffigurazione del capitello è quella di una coppia distesa a letto mentre fa l’amore, unica tra le centinaia di raffigurazioni sui 36 capitelli delle colonne, che costituiscono un’importante testimonianza del mondo figurativo veneziano trecentesco. Il capitello in questione è il tredicesimo, partendo dalla grande colonna d’angolo di Porta della Carta, e quella che viene narrata è essenzialmente una storia d’amore, in otto episodi, senza lieto fine: la conoscenza, seguita dal corteggiamento, lo scambio della promessa matrimoniale, l’atto sessuale (con la coppia stesa su un letto e provvidenzialmente coperta da un lenzuolo…), e la successiva nascita del figlio, la sua crescita e la sua morte, che lascia due genitori attoniti e addolorati nella loro espressione, davanti al corpo esanime del ragazzino. Una visione d’inquietudine malinconica che potrebbe non c’entrare nulla con il ritrovamento dei due scheletri, ma che potrebbe anche alimentare l’ennesima leggenda di Venezia.

 

Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 09:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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