Recuperati i “gatoli” della Serenissima. «Piazza San Marco sarà salva»

Sabato 17 Ottobre 2020 di Raffaella Vittadello
La marea in piazza San Marco sarà arginata
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VENEZIA - Come sarà la piazza San Marco dopo l’intervento? Come prima. L’impatto sarà quasi uguale a zero. La differenza sarà il fatto che rimarrà all’asciutto anche in caso di maree comprese tra gli 80 e i 110 centimetri, quel gap da colmare nella zona più bassa della città in caso di non sollevamento del Mose.

Quando il Mose sarà a regime, infatti, la soglia di salvaguardia diventerà 110 e non 130 come ora che è in fase sperimentale.


Il via libera da parte della commissione Salvaguardia al progetto definitivo presentato (in gennaio) da Mate, consorziata di Kostruttiva, insieme a Thetis, segna un passo avanti verso la messa in sicurezza di San Marco, anche se non è ancora avvenuto - ma dovrebbe essere questione di ore - l’incarico al progetto definitivo comprensivo di finanziamento. 


L’INTERVENTO  Il progetto è molto semplice: le infiltrazioni che allagano la piazza e la basilica avvengono dal sottosuolo, dai canali perimetrali compreso il bacino di San Marco e dalle fessurazioni nelle opere di difesa. Quindi si interverrà per evitarle: da uno studio accurato sul sottosuolo, è stata recuperata la mappa della preziosissima rete di cunicoli “i gatoli” costruiti dalla Serenissima e in epoca Napoleonica. Si tratta di un sistema di scarico unico, che funzionava quando la quota di calpestio era mediamente più alta e il livello del mare - e della laguna - più basso. Molti cunicoli sono stati ostruiti dai sedimenti, alcuni sono collassati, di altri ancora sono rimaste solo le tracce. Ma è una rete talmente perfetta che vale la pena di ripristinarla con un attento lavoro di recupero.


Allo stesso modo i cunicoli saranno dotati di valvole di non ritorno e chiusure, che verranno attivate automaticamente in caso di innalzamento della marea oltre un certo limite. E ci saranno delle pompe idrovore che spingeranno via l’acqua. Le pompe saranno custodite all’interno di una piccola realizzazione in legno, simile allo stazio dei gondolieri, che si affaccerà sul Bacino per renderne facile la manutenzione. Parallelamente saranno sistemati tutti i punti in cui l’acqua penetra nell’area, muri di cinta, e sponde. E infine sarà sollevata la quota di calpestio lungo il bordo che costeggia la laguna, per evitare che l’acqua arrivi da lì: sarà rifatto completamente il frangiflutti e saranno realizzate delle paratoie di legno e acciaio rimovibili nei punti più bassi del molo.


I COSTI I tempi dipendono dalla velocità di commissionamento del progetto, si procederà per stralci considerata la delicatezza del tessuto e la necessità di salvaguardare le attività commerciali, già provate dal Covid. Potrebbero volerci dai 2 ai 3 anni. E i costi di realizzazione sono stimati in circa 30 milioni di euro. Alla conclusione, però, il problema dell’allagamento della piazza dovrebbe essere completamente risolto. 


«Noi siamo pronti per partire - dice Devis Rizzo, presidente di Kostruttiva - mi meraviglio che invece per la difesa della Basilica si sia ancora lontani dalla soluzione per le lastre di vetro di difesa dall’acqua alta. Si tratta pur sempre di un’opera provvisoria, di cui non ci sarà più bisogno quando l’insula di San Marco sarà messa in sicurezza. Per quanto vada a difendere un’opera preziosa come la Basilica è meglio agire subito piuttosto che attendere altri danni dalla marea, che saranno inevitabili in caso di maree intermedie».


LA POLEMICA  Rizzo interviene anche sulla situazione di stallo dei lavori di questo periodo. «Nonostante il Mose sia stato azionato, sappiamo tutti molto bene che l’opera non è finita e in questi mesi - dichiara - abbiamo assistito a un rallentamento dei lavori. C’è bisogno di continuare le progettazioni, auspico che il commissario liquidatore che avrà l’incarico di traghettare il Consorzio Venezia nuova verso l’Autorità della laguna sia una persona competente e che venga nominata presto».
 

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