San Donà. Rsa degli orrori, licenziati i 9 sotto inchiesta: accuse di maltrattamenti, violenza sessuale, percosse e minacce

Sabato 24 Giugno 2023 di Davide De Bortoli
Rsa degli orrori, licenziati i 9 sotto inchiesta: accuse di di maltrattamenti, violenza sessuale, percosse e minacce

SAN DONÀ - «Tutte le persone coinvolte nella vicenda giudiziaria della "Monumento ai Caduti" sono state licenziate». Ad annunciarlo è Domenico Contarin, presidente di Isvo, l'impresa socio-sanitaria che gestisce la residenza sanitaria. Contarin intende rimanere in sella fino alla scadenza del proprio mandato, fissata a dicembre, anche per portare a termine tutti gli aspetti legati all'inchiesta sui maltrattamenti ai danni degli ospiti della Rsa. In totale sono nove gli indagati, di cui cinque sottoposti a misure cautelari: Davide Barresi, 54 anni di Aci Catena (Catania), Maria Grazia Badalamenti, 62 anni di San Donà, e Fabio Danieli, 47 anni di San Donà.

Ai domiciliari si trovano Anna Pollazzon, 61 anni di San Donà, e Margie Rosiglioni, 66 anni. Altro quattro gli oss indagati a cui è stata notificata la chiusura delle indagini: Tiziana Re, 56 anni di San Donà, Genny Trevisiol, 44 anni di San Donà, Maria Rosa De Piccoli, 64 anni di Noventa, Rita Esposito, 63 anni di Musile. Tutti sono stati licenziati.

L'INCHIESTA

Le accuse, a vario titolo, sono di maltrattamenti, violenza sessuale, percosse e minacce. Quello della permanenza nella struttura degli operatori coinvolti nel processo era una preoccupazione diffusa nella comunità di San Donà e Isvo per fare piena luce ha atteso che le indagini preliminari fossero completate. «I licenziamenti sono stati fatti non appena possibile - assicura Contarin Le persone coinvolte a vario titolo nella vicenda sono tutte fuori servizio. La procedura prevede che si comunichi la contestazione al dipendente e venga assegnato un tempo per la risposta alla contestazione. Per il licenziamento serve un valido motivo, una "giusta causa", per cui serve che i legali abbiano conferma dei fatti. Nel giro di qualche settimana si è provveduto per i cinque indagati principali, mentre per gli altri quattro si è provveduto non appena è arrivata conferma che erano rinviati a giudizio». «Riteniamo che quelle persone non siano idonee a svolgere il lavoro continua il presidente Non è idoneo, inoltre, che l'ospite veda le stesse facce degli operatori da cui non si sentiva difeso. Si tratta di un atto di trasparenza, di tranquillità e insieme un monito per tutti. Per qualcuno la decisione è stata più veloce, per altri più lenta, comunque nel tempo richiesto dalle procedure previste per legge».

CONSIGLIO

Durante il Consiglio comunale straordinario dedicato alla vicenda il direttore della "Monumento ai caduti" Maurizio Padovan aveva spiegato che «le persone indagate non sono più in servizio». «In quel momento non potevo dire di più - precisa adesso , poiché ogni persona ha una propria posizione distinta, ma la procedura era stata già avviata ed è stata completata in questi giorni». In città si temeva che si sarebbe dovuto aspettare l'esito del processo. «Un conto è il profilo della responsabilità penale, un altro è la possibilità di impugnare il licenziamento per cui si apre un'altra causa di lavoro continua Padovan - In via prudenziale, visti i fatti particolarmente gravi, non si può attendere l'esito del giudizio penale, poiché il rischio è particolarmente alto. Da un lato c'è la dignità dell'operatore, ma dall'altro la tutela delle persone fragili. La società si è assunta il rischio di potenziali risarcimenti e cause di lavoro, ma a fronte della maggiore tutela degli anziani».

L'INCHIESTA

A tre mesi dall'apertura delle indagini, quindi, si è arrivati al licenziamento. Era lo scorso 15 marzo, infatti, quando l'amministratore delegato di Isvo Paolo Dalla Bella aveva promesso che «i colpevoli saranno licenziati» durante la prima riunione con i parenti. Nell'incontro c'erano stati dei momenti di tensione, in cui era emerso tutto il dolore e la rabbia dei familiari.

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