La Regione Veneto torna a puntare sul Vega: vuole il Lybra per portare uffici in terraferma

Lunedì 1 Aprile 2024 di Fulvio Fenzo
Vega

MESTRE - La Regione torna a puntare sul Vega per portare più uffici in terraferma. Palazzo Balbi ha presentato un'"offerta irrevocabile di acquisto" per i maxi-uffici al quinto piano del "Lybra", la stecca costruita tra il 2000 ed il 2004 che rappresenta il fabbricato più grande del Parco scientifico-tecnologico, un parallelepipedo lungo 327 metri e alto sette piani, caratterizzato dalla facciata quasi completamente vetrata affacciata su via Libertà.

La Regione Veneto ha messo già sul piatto 530mila euro che sarà la base di partenza della quinta asta - dopo quattro andate deserte - fissata per il 24 maggio prossimo per questo lotto che comprende anche una serie di parcheggi.

IL CRAC GUARALDO
La "partita" è sempre quella del crac dell'impresa edile Ing. Pio Guaraldo di Paese (Treviso), impresa storica del territorio, decretato alla fine del 2017 dal Tribunale di Treviso, che ha visto battere all'asta diversi pezzi del complesso nel quale si trova anche la sede di Confindustria. L'offerta della Regione è stata depositata il 29 febbraio scorso per i quasi 1.900 metri quadri di uffici al quinto piano del "Lybra", oltre a 20 posti auto nell'interrato dello stesso edificio ed altri 14 collocati nel parcheggio del vicino palazzo "Cygnus". Beni che erano appunto già andati per quattro volte all'asta tra il marzo 2021 e fine novembre 2022, senza però alcuna offerta né successive manifestazioni di interesse. Dalle perizie compiute nel 2020 dall'ingegner Piero Bortolin per conto del curatore fallimentare Aldo Van Den Borre, il solo ufficio avrebbe avuto un valore che sfiorava il milione di euro, al quale vanno aggiunti i posti auto che al Vega valgono come l'oro. E lo stesso perito ha già dato il via libera all'operazione, ritenendo congrua l'offerta avanzata dalla Regione in quanto, dopo la quarta asta nella quale la base di partenza era stata fissata in 748mila euro, in un quinto "esperimento" il valore del lotto sarebbe sceso di un altro 25 per cento, cioé a 561mila euro, 31mila in più di quanto offerto da Palazzo Balbi.

SPAZI DA SISTEMARE
Del resto il maxi-ufficio del quinto piano, l'ultimo rimasto in carico del fallimento Guaraldo dopo l'aggiudicazione di quelli al quarto piano e della "business-suite" al sesto, non poteva restare abbandonato ancora a lungo. "Dal giugno 2023 si sono manifestate notevoli infiltrazioni di acqua piovana provenienti dalla copertura, non ancora eliminate - si legge nel parere del perito -, che hanno danneggiato numerosi elementi del controsoffitto e piastre del pavimento sopraelevato".
Aspetti di cui la Regione Veneto era ovviamente a conoscenza prima di formulare l'offerta di acquisto ("che - scrive ancora il perito - consentirà di aggiudicare sicuramente i beni nella prossima asta") e che non spostano di una virgola l'importanza dell'affare che, salvo rialzi da parte di altri eventuali partecipanti all'asta fissata per maggio, si punta a chiudere prima dell'estate per uno spazio servito da due vani scala e ascensori, con cinque ingressi indipendenti, grandi open space e nove gruppi di servizi igienici con antibagno e un ripostiglio.

LA SCELTA
«La Regione è già al terzo piano del Lybra con "Veneto Sviluppo" - ricorda l'assessore veneto al Bilancio e patrimonio Francesco Calzavara -. È emersa questa ulteriore possibilità che ci consentirà di ragionare in termini di spostamento ed ottimizzazione dei nostri uffici e di quelli delle aziende regionali, ad un prezzo interessante che ci permetterà di raggiungere una presenza più forte in terraferma. Per esempio, stiamo valutando gli spazi di "Veneto Innovazione", attualmente ospitato anche in "Veneto Sviluppo", che potrebbe andare tutto al Lybra portando a termine questa operazione». Un Lybra dove l'anno scorso proprio la Regione, in un'ottica di promozione dei progetti per il risparmio di energia primaria e per la produzione di energia rinnovabile, ha provveduto a far installare un nuovo impianto fotovoltaico per una potenza di circa 85 KW, in grado di coprire le necessità del suo Data Center.
L'obiettivo primario, comunque, è di razionalizzare gli spazi creando un grande polo in terraferma, facilmente raggiungibile in auto, autobus e (quando le Ferrovie finiranno i lavori della stazioncina di Porto Marghera) anche in treno.
 

Ultimo aggiornamento: 13:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA