MESTRE - Weekend “stupefacenti” con destinazione a Mestre. Un fenomeno che coinvolge gruppi di giovanissimi, spesso di soli 16 e 17 anni. Arrivano in città dalle province vicine per trascorrere un fine settimana tra alcool, ansiolitici e droghe di vario tipo. Tutte comunque acquistabili facilmente e a prezzi relativamente accessibili in diverse zone, in particolare intorno alla stazione ferroviaria. A “fotografare” questa nuova tendenza sono stati i volontari del comitato ViviAmo Marghera, associazione che distribuisce questionari ai residenti ma anche agli stessi utilizzatori di droghe, per “fotografare” il fenomeno della dipendenza e della criminalità e proporre soluzioni alternative alla repressione.
«Abbiamo incontrato per caso questi gruppi di ragazzi in stazione, mentre distribuivamo il nostro questionario- spiegano alcuni volontari - Ci hanno guardati un po’ incuriositi, pensavano appartenessimo a qualche chiesa: abbiamo spiegato loro chi siamo, cosa facciamo e che non giudichiamo.
“ROBA” A BUON MERCATO
«Questi ragazzi arrivano a Mestre perché sanno che qui si può trovare roba di tutti i tipi e a buon mercato. Alcuni vengono da Treviso, Belluno, Pordenone», spiega la portavoce del comitato ViviAmo Marghera. Il racconto di una delle giovanissime pendolari dello sballo intervistate dai volontari, non lascia spazio a dubbi sulle ragioni di questi weekend nè sul disinvolto uso di sostanze da parte di questi ragazzini: «Io uso alcol e coca, una volta o due alla settimana, mi faccio anche le canne e se sono troppo su di giri butto giù l’ansiolitico che mi sono fatta prescrivere dal medico di base perché gli ho detto che soffro di ansia. Gruppi come il nostro ce ne sono parecchi. Ma del resto cosa credete: che i turisti veri, quelli che stanno negli alberghi qui intorno, non vengano da noi a chiedere dove si può trovare la roba? Non siamo soli a cercarla e usarla». Aggiunge la portavoce del comitato: «C’è tanta ipocrisia intorno a questi fenomeni: alcool e ansiolitici sono sostanze facilmente reperibili, e a Mestre intorno alla stazione è pieno di bar che somministrano fiumi di alcool senza controllo e luoghi dove andarsi a fare».
Ma c’è anche un altro aspetto che: usare cocaina, bere senza freni, buttare giù farmaci senza controllo è considerato normale da questi ragazzi: l’idea di correre rischi o la preoccupazione di alimentare l’attività criminale dello spaccio non sembra sfiorali minimamente: «Siamo ragazzi per bene, durante il week end ci divertiamo, in settimana lavoriamo e studiamo». E’ la illuminante definizione che la giovanissima pendolare dello spaccio da di sè e dei suoi compagni di week end “stupefacenti”.
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