Mestre. I ragazzi di via Giustizia: le notti nel sottopasso di undici giovani senzatetto

Il gruppo misto tra italiani e stranieri usa il raccordo sotterraneo per ripararsi dal gelo

Mercoledì 31 Gennaio 2024 di Davide Tamiello
Giovani nel sottopasso della Giustizia

MESTRE - Sono poco più di una decina. Un gruppo misto, con pochi punti in comune salvo la condivisione del medesimo spazio: storie diverse, generazioni diverse, stesso sottopasso. C'è chi ha attraversato il mare alla ricerca di una vita migliore, chi ha perso tutto e si ritrova a ricominciare da sottozero, chi è stato piegato dalle dipendenze e chi, semplicemente, un'alternativa non l'ha mai trovata. Sono i ragazzi di via Giustizia: undici uomini tra i 20 e i 50 anni che trascorrono le loro notti nel sottopasso ferroviario che collega l'area della stazione con via Miranese.

Un gruppetto di senzatetto che utilizza il raccordo sotterraneo per ripararsi dal gelo delle notti di gennaio, accendendo un fuoco, posizionando materassi e coperte, bevendo vino e birra. Qualcuno anche iniettandosi una dose di eroina.

Chi vive nel sottopasso ferroviario


Con le prime luci del mattino, sgomberano il mini accampamento lasciando, però, tutti i segni del loro passaggio. Il problema è evidente: a differenza degli edifici abbandonati occupati e utilizzati dagli sbandati, quella è una struttura pubblica. Un passaggio utilizzato da pedoni e ciclisti, raccordo frequentato dai pendolari e da chi va a lavorare in via Giustizia, piccolo ramo di area industriale e commerciale della città, con numerose attività che qui hanno la loro sede. Al mattino, l'odore è insopportabile. E non è certo piacevole dover fare lo slalom tra escrementi, siringhe, materassi, fazzoletti insanguinati. A preoccupare sono soprattutto i falò: i fuochi accesi dai senzatetto per scaldarsi o per cucinarsi la cena sono un problema anche perché molto vicini a una linea ferroviaria. Non esattamente la posizione migliore.

Chi sono e quanti anni hanno


La polizia locale in queste ultime settimane è intervenuta più volte: solo nel mese di gennaio si contano 21 sanzioni e 17 ordini di allontanamento. I verbali sono per bivacco, uso di stupefacenti e intralcio alla circolazione. Gli undici protagonisti sono quattro italiani (uno, appunto, originario nel comune di Venezia), un guineano, un moldavo, un marocchino, un romeno, un senegalese, un cingalese e un iraniano. Otto sono tra i 20 e i 40 anni, mentre gli altri tre sono più anziani. Negli ultimi giorni le squadre di Veritas si presentano quasi quotidianamente, al mattino, per ripulire passaggio ciclabile e pedonale.
Inizialmente si era pensato che il gruppo fosse collegato al Drop in (il centro diurno e servizio docce dei servizi sociali del Comune che, nell'ultimo periodo, ha allargato i posti letto per i tossicodipendenti che vengono accompagnati qui per trascorrere la notte) ma degli undici solo quattro sarebbero assuntori di eroina. E nessuno di questi (a quanto risulta) avrebbe avuto accesso anche successivamente alle strutture del centro diurno.

L'ex segheria Rosso


Adesso però che il gruppo si è allargato e la polizia locale e Veritas fa passaggi quasi quotidiani, i senzatetto stanno iniziando a cercarsi un altro posto, più riparato, almeno per trascorrere qualche ora di riposo anche con il sole già alto. La soluzione, a quanto pare, l'hanno trovata a duecento metri di distanza: un gruppetto, infatti, è stato sorpreso da alcuni passanti a entrare, poco dopo le 7 del mattino, nell'ex segheria Rosso di via Giustizia. Si tratta di un rudere abbandonato da almeno dieci anni: in passato era stato uno dei punti neri del degrado mestrino. Sette anni fa, in particolare, era diventato il principale punto di ritrovo per tossicodipendenti e spacciatori, che avevano creato anche un varco verso la ferrovia per fuggire da un'uscita di servizio in caso di blitz delle forze dell'ordine. Negli anni, quel luogo è stato blindato e bonificato. Non è mai stato rimesso a nuovo, ma in compenso è stato liberato dagli sbandati. Adesso sembrano essere tornati e a essere preoccupati sono soprattutto i lavoratori e i titolari delle aziende vicine che negli ultimi anni hanno dovuto sopportare questa difficile convivenza, sfociata più volte in passato anche in spaccate notturne e vandalismi.

Ultimo aggiornamento: 13:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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