VENEZIA - La Procura di Venezia ha aspettato dieci anni per chiudere, con una richiesta di rinvio a giudizio, un fascicolo per violenza sessuale tra ex conviventi in relazione ad un episodio collocato dagli investigatori più di 14 anni fa. E così ieri mattina il Tribunale di Venezia non ha potuto fare altro che dichiarare l’avvenuta prescrizione. Gli altri reati meno gravi di lesioni e danneggiamento si erano già prescritti in precedenza.
Il caso approdato in aula alla Cittadella della giustizia è avvenuto in centro storico nel lontano giugno del 2007 e, a seguito della denuncia presentata dalla donna, la Procura chiese e ottenne all’epoca l’arresto del presunto violentatore, il quale restò in carcere per un paio di settimane. Poi sulla vicenda scese il silenzio, tant’è che lo stesso indagato e il suo difensore ritenevano che il fascicolo fosse stato chiuso senza alcun avviso. Ma la giustizia presenta sempre il conto e quindi, seppure con forte ritardo, alla fine fu notificata una richiesta di rinvio a giudizio.
Tra gli elementi raccolti fin dal primo momento dalla pubblica accusa vi era anche un video della durata di circa mezz’ora, registrato dallo stesso indagato, all’epoca trentacinquenne.
LA DIFESA
La difesa, rappresentata dall’avvocato Piero Coluccio, avrebbe voluto proiettare in aula quel video per dimostrare che dalle immagini e dai colloqui registrati emerge una ricostruzione dei fatti diversa da quella offerta dalla donna, ovvero che nessuna violenza sessuale è mai avvenuta ma che, al contrario, il rapporto fu consensuale. Ma il Tribunale ha ritenuto che sia trascorso troppo tempo dai fatti contestati e che il reato sia ormai coperto da prescrizione.
La presunta vittima del reato, assistita dall’avvocatessa Carlotta Galvan, non si è costituita parte civile al processo.