Sara, la più giovane postina di Venezia: «Così ho realizzato il mio sogno»

Venerdì 30 Ottobre 2020 di Marta Gasparon
Sara, la più giovane postina di Venezia: «Così ho realizzato il mio sogno»
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VENEZIA Segno distintivo, l'amore incondizionato per Venezia. Da sempre. E Sara Nardin, la più giovane portalettere della provincia nonché tra le più giovani del Veneto con i suoi 23 anni, il proprio sogno è riuscita a realizzarlo, almeno in parte.

Lei, residente a Marghera e diplomatasi al liceo Giordano Bruno di Mestre, nella città d'acqua avrebbe voluto viverci sin da bambina. E all'epoca non avrebbe certo immaginato che il destino le avrebbe riservato una bella sorpresa: quella di trascorrere parte delle sue giornate proprio tra le calli e i campi del luogo a lei tanto caro. 


LAVORO A VENEZIA

Perché Sara, a Venezia, ha trovato lavoro. O meglio, caricato il curriculum sul sito di Poste italiane è stata ricontattata quasi subito venendo presto assegnata proprio al centro storico lagunare, nel 2017. Passando in breve tempo da un contratto a tempo determinato ad uno indeterminato. Ma la vera soddisfazione, in fondo, è stata quella di riuscire ad avere una vita per metà veneziana. Fatta specialmente di un contatto con la gente del posto oltre che di una connessione tutta particolare con la città. Quella che, passo dopo passo e tra una buca delle lettere e l'altra, permette a Sara di conciliare anche i propri pensieri. Amante dei cani (ne ha tre), è appassionata di immersioni subacquee. «La prima zona in cui ho lavorato racconta la portalettere è stata quella di San Polo, a cui tuttora sono particolarmente legata. Ricordo che due anni dopo mi ha fermata una signora dicendomi quanto fosse dispiaciuta di non avermi più vista lì. I veri veneziani sono molto amichevoli, diretti, e ti fanno sentire parte di una famiglia. E dopo una sola volta che ti hanno visto, iniziano a salutarti sempre». Sono seguiti altri sestieri: Cannaregio, San Marco ed ora Castello. Ognuno girato in lungo e in largo da Sara con la grinta tipica della sua età.


VENEZIANA A METÀ

«Questo lavoro è bello continua, ironizzando sul fatto che con i chilometri accumulati quotidianamente non abbia più bisogno della palestra poiché ti porta a scoprire angoli della città mai visti». Camminare tanto non le pesa, proprio come il carretto che porta con sé ogni mattina. «Una nota negativa? Quando piove e devi preoccuparti di salvaguardare la posta. Senza considerare l'acqua alta: una volta non avevo con me gli stivali e mi sono bagnata tutta. Piccoli disagi che cerco però di prendere con il sorriso». 


Sara rivolge un pensiero anche al lockdown, durante il quale il suo lavoro mai sospeso è stato un'ancora di salvezza che le ha permesso di uscire di casa quando nessuno poteva farlo. Un periodo in cui ha capito quanto la gente avesse bisogno di un contatto umano, di una parola in più da scambiare. Anche con lei. «Il mio futuro? Vivere a Venezia mi piacerebbe ma gli affitti sono troppo alti. Questa città, che mi fermo ad osservare incantata, è una cartolina vivente meravigliosa. Intanto sto valutando di conciliare lo studio al lavoro visto che mi garantisce del tempo libero. Sto pensando di iscrivermi a Psicologia». 

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