Alla Pometon un nuovo combustibile verde ricavato dalle polveri del ferro

Sabato 2 Dicembre 2023 di Nicola De Rossi
MARTELLAGO Presentato ieri mattina il progetto della Pometon

MARTELLAGO - Pometon ne è certa, sarà il combustibile del futuro, ma pulito e in 5-8 anni si potrebbero riconvertire tutte le centrali a carbone. Ieri nello stabilimento di Maerne della grossa azienda metallurgica (300 dipendenti tra sede e filiali nel mondo), il presidente Rudolph Johannes Clayton e quella onoraria Silvia Chiaraviglio Simoncini hanno illustrato un nuovo sistema di produzione di energia dalle polveri di ferro che la fabbrica lavora per i suoi prodotti e di cui ha colto questa potenzialità rivoluzionaria per il mercato energetico e l’ambiente: sono intervenuti il sindaco Andrea Saccarola e il vice Monica Cornello, il consigliere regionale Lucas Pavanetto, Gianmarco Russo, dg di Confindustria Veneto Est, Matteo Masiero segretario generale Fim Cisl Venezia. 


INVESTIMENTI

Il progetto “Iron fuel ecosystem” è frutto di cinque anni di investimenti e ricerche con l’Università di Eindhoven (Olanda) ed è già stato brevettato. «Il mercato si affida ancora ai combustibili fossili per generare calore ed elettricità, le energie rinnovabili, eolico e solare, rappresentano meno del 20 per cento - nota Clayton - Urge sviluppare una fonte di energia riciclabile per raggiungere l’obiettivo Zero Emissioni nel 2050». Alternativa verde individuata nella polvere di ferro, “la materia prima che può dare nuovo input alle rinnovabili: non causa emissioni, nel processo di combustione non è coinvolto il carbonio, è facile da trasportare, è elemento comune sulla terra e può sostituire il carbone fossile” aggiunge il presidente rilevandone anche le migliori “qualità” (densità energetica ed efficienza termica) rispetto a idrogeno e ammoniaca. Nel sistema progettato la polvere prodotta da rottami, la materia prima, viene bruciata rilasciando energia sotto forma di calore ad alta temperatura. La tecnologia prevede quali fasi di lavorazione un bruciatore, un estrattore di calore per generare vapore, un collettore per catturare la polvere di ossido di ferro dopo la combustione, un elettrolizzatore per generare idrogeno verde. Sono già stati effettuati tre cicli di prova nel forno brevettato che confermano come la polvere sia “bruciabile”: il problema da superare con l’ulteriore ricerca e sperimentazione è mantenere tutte le caratteristiche delle polveri e stabilizzare il prodotto a fine processo che poi sarà replicabile all’infinito. Per giungere al top ci vorrà ancora del tempo, “ma il percorso sarà più veloce se il Governo prenderà posizione ufficiale sulla polvere di ferro come fonte di energia” spiega Chiaraviglio. «E’ interesse primario per l’Italia e tutta l’Europa, per questo le istituzioni vanno coinvolte da subito - chiude Clayton - Puntiamo a uno sviluppo su ampia scala: in 5-8 anni con la polvere si potrebbero rimettere in funzione le centrali a carbone».
 

Ultimo aggiornamento: 3 Dicembre, 11:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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