Tour alcolici, Venezia "regina" delle espulsioni: in laguna un Daspo su tre

Giovedì 5 Maggio 2022 di Davide Tamiello
I controlli della polizia locale a Venezia
2

VENEZIA - Un Daspo urbano su tre, in Italia, arriva da Venezia. Il dato è stato portato ieri in commissione consiliare dal commissario capo della polizia locale Gianni Franzoi, che ha esposto l’attività del corpo in merito al contrasto di fenomeni di decoro urbano come, per esempio, i tour alcolici in centro storico. Insomma: nel 2021 in tutto lo Stivale sono stati notificati 3.500 ordini di allontanamento, mille dei quali appunto a Venezia. Dato confermato dal comandante generale del corpo Marco Agostini: «Dopo Roma, siamo la città che ne fa di più. Il dato si trova nel report annuale dell’Anci». 
L’INTERROGAZIONE
La commissione si è concentrata, appunto, sul fenomeno dei tour alcolici in città. In discussione un’interrogazione di Andrea Martini (Tutta la città insieme) tornata però di attualità l’ultimo fine settimana con le segnalazioni del ritorno degli addii al celibato e nubilato tra calli e campielli. «È un problema oggettivo - ha spiegato - sia per la percorribilità delle nostre strade sia per la sicurezza. È una questione di decoro, questi raduni squalificano la città». Gli fa eco Cecilia Tonon (Venezia è tua): «Questi comportamenti non sono degni di Venezia. Fanno i bisogni sulle nostre porte, troviamo le chiazze di vomito in calle. Va messo un freno». Per Sara Visman (m5s) servono più controlli: «Incontro tante compagnie in giro e nessuna pattuglia della polizia locale, forse non sono così adeguatamente collocati. Questi ragazzi non rispettano le regole e si sentono in diritto di fare qualsiasi cosa: quando vengono richiamati rispondono sempre male». Anche Monica Sambo (Pd) preme sul potenziamento della sicurezza: «Vanno ripristinati i vigili di “sestiere” nelle zone in cui non c’è alcuna presenza, non solo contro i tour alcolici ma anche per fa fronte alle altre problematiche della città». 
Paolo Ticozzi (Partito democratico) prova a spostare un po’ il target della discussione dal piano repressivo a quello sociale. «È una questione che riguarda anche la terraferma, mancano luoghi di aggregazione diversi dai soliti bar in cui si beve e basta. Sarebbe importante, per questo, creare una zona ad hoc per il divertimento in Marittima, ma anche chiedere ai pubblici esercizi di collaborare per educare la clientela». 
L’altra proposta è quella di istituire un sindaco della notte: «È una figura - ha continuato Ticozzi - che esiste già nelle grandi città europee come Amsterdam, Parigi e Barcellona. Si istituisce un tavolo in cui si confrontano le varie esigenze di residenti, giovani, operatori. Questo non può essere un problema da affrontare solo con aggiungendo più agenti di polizia locale». 
I NUMERI
Sui numeri la risposta è arrivata dalla neo assessora alla Sicurezza Elisabetta Pesce (durante la seduta l’assemblea ha ricordato la recente scomparsa di Silvana Tosi): «Abbiamo 200 telecamere operative in città e circa 500 agenti.

Dovremmo averne 600 per cui sì, ne mancano ancora per poter avere una copertura completa. Si pensi che abbiamo avuto nel 2021 225 segnalazioni di schiamazzi e in 29 casi non avevamo pattuglie libere da inviare. La ripresa dei flussi, oggi, è un fenomeno da tenere d’occhio e per questo non cederemo sui controlli». 

Ultimo aggiornamento: 12:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci