Rivoluzione nei negozi e nei banchi in centro storico a Venezia: «Stop ai venditori in ciabatte e calzoncini»

Domenica 27 Giugno 2021 di Marta Gasparon
Rivoluzione nei negozi e nei banchi in centro storico a Venezia: «Stop ai venditori in ciabatte e calzoncini»
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VENEZIA - Saranno San Marco e Rialto i perni attorno ai quali si svilupperà il piano di rilancio del centro storico sul fronte del commercio. Lo dice chiaramente l'assessore Sebastiano Costalonga: le linee guida sono già state concordate con la Sovrintendenza, messe nero su bianco in un testo che sta arrivando a conclusione proprio in questi giorni.

E che sarà poi portato in Consiglio comunale. Tra queste, il decoro dei commercianti: stop a venditori in ciabatte e canottiera.


Assessore, partiamo dal decoro dunque...
«Nel nuovo regolamento verrà scritto cosa si può vendere o no. E ci saranno pure nuove norme riguardanti il vestiario dei venditori, che dovrà essere decoroso (non più infradito o calzoni corti). Il salotto buono della città, Piazza San Marco, non dovrà più assomigliare ad una casbah».


Quali saranno i punti centrali del regolamento?
«Voglio innanzitutto dire che ho lavorato in sinergia con la sovrintendente Carpani, che ha capito la difficoltà del vivere in laguna e la necessità di recuperare un decoro. Tra le priorità, la questione dei plateatici, finora emergenziale. Pertanto tutti quelli concessi durante la pandemia, quando questa terminerà dovranno rientrare».


Nella pratica, come si tradurrà tutto questo?
«Faremo una pianificazione zona per zona delle aree occupabili, portando avanti una rimodulazione. Per certi campi e campielli i pianini di un tempo non prevedevano plateatici, che invece ora potrebbero migliorare la vita di determinate zone della città, invogliando i veneziani a frequentarne gli spazi. Le attività già pianificate verranno riprese e verificate con la Sovrintendenza e, qualora non avessero bisogno di modifiche, saranno riproposte e rinnovate. Per altre invece verrà fatto un aggiornamento sulla base della situazione esistente. La priorità sarà aiutare le attività economiche. E il plateatico può farlo».


E per il settore merceologico?
«Le norme sono troppe e i regolamenti complicati, quindi spesso non vengono rispettati. Meno regole, non interpretabili, e che rendano possibile colpire i trasgressori. Che tradotto significa maggior controllo nell'ambito delle attività commerciali, nonché permettere agli agenti di intervenire laddove il regolamento non venga rispettato».


Come conciliare la paesaggistica con i banchetti della Piazza (e non solo)?
«In Piazza S. Marco la misura consentita del banchetto è 1 metro per 1. Misura che però non tutti e mi riferisco soprattutto ai bengalesi rispettano: per questo abbiamo pensato ad un allargamento fino a 2 metri per 1,50, da cui nessuno potrà più sconfinare. Sto pensando poi alla possibilità di una fideiussione bancaria per imprenditori extraeuropei che vogliono aprire un'attività. A garanzia, nel caso di chiusura e insolvenze col Comune per multe non pagate».


Per evitare la paccottiglia, quali soluzioni?
«Nel nuovo regolamento verrà scritto cosa si può vendere o no. E ci saranno pure nuove norme riguardanti il vestiario dei venditori, che dovrà essere decoroso (non più infradito o calzoni corti). Il salotto buono della città non dovrà più assomigliare ad una casbah».


Quali novità nella ristorazione?
«Gradualmente non daremo più autorizzazioni per i take away, specialmente per kebab e simili».


Quali le iniziative a difesa delle tradizioni locali?
«Sto partecipando a numerose inaugurazioni di piccoli negozi artigiani di veneziani. Dobbiamo puntare su questo, per riscoprire la storia della nostra città e le sue tradizioni. Le associazioni di categoria mi stanno incoraggiando».


E su tasse e affitti?
«È necessario scongiurare una distruzione del tessuto sociale: il Patto per Venezia era legato proprio a questo messaggio. Quello che è successo negli ultimi anni è causa anche dei veneziani che hanno svenduto i propri beni per far reddito e andare via. Non dobbiamo farci aggredire dagli speculatori e abbassare i prezzi venendo incontro alle esigenze di chi vuole restare in città. E sul tema delle tasse penso che il Comune sia fra i più virtuosi d'Italia. Da subito avevo chiesto di spostare tutte le tassazioni a dopo l'estate, per permettere di far fronte alla cifra. Così è stato».

Ultimo aggiornamento: 09:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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