In attesa di trovare i 120 milioni di euro necessari per riqualificare e trasformare i fronti d'acqua dei porti di Venezia e di Chioggia, nell'arco di 180 giorni i progettisti dovranno disegnare la proposta, avviando fin da subito, insieme all'Autorità Portuale, incontri tecnici e di condivisione con gli operatori portuali, gli enti territoriali e le due città.
LOTTI INDIPENDENTI
Anche perché i 120 milioni di euro non saranno disponibili subito e tutti assieme, e quindi poter procedere per lotti renderà l'operazione più fattibile, e in tempi accettabili per una città che ha fame di spazi per crescere fuori dagli schemi dell'industria turistica e senza rovinare la propria anima. Le aree che saranno oggetto del progetto di fattibilità tecnica ed economica sono, per Venezia, quelle lato banchina comprese tra Sant'Andrea e San Basilio, per un totale di 17 ettari e, per Chioggia, quelle dell'area Saloni e via Maestri del Lavoro, circa 13 ettari. Nel corso della progettazione lo studio internazionale di ingegneria Arup e il professore veneziano Alberto Cecchetto dovranno definire le funzioni che troveranno posto nelle aree, e quelle non più compatibili con gli sviluppi previsti per le quali si formuleranno delle ipotesi di ricollocazione; inoltre dovrà essere posta la massima attenzione nel garantire continuità alle attività presenti: quelle di trasporto, di servizio alla città, nonché gli uffici e gli utilizzatori di spazi assegnati al parcheggio delle auto.
Questi indirizzi progettuali erano stati definiti grazie alla collaborazione tra Autorità portuale, università Iuav e commissione giudicatrice presieduta da Fabio Russo, membro esperto del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nonché professore dell'Università La Sapienza di Roma, e composta dall'architetto Anna Buzzacchi, responsabile dipartimento Patrimonio culturale, ambiente e sostenibilità del Consiglio Nazionale degli Architetti, e dall'ingegnere Marco D'Elia, direttore Infrastrutture e trasporti della Regione del Veneto. «Il progetto che andremo realizzare è espressione di esigenze portuali nuove e della volontà di integrare e far convivere perfettamente queste esigenze con la dimensione portuale alla quale siamo da sempre abituati: - commenta Di Blasio - nei nostri waterfront a Chioggia e a Venezia le attività portuali, infatti, sono quanto mai vive, in continua evoluzione e alla ricerca di un rinnovato rapporto con le attività urbane con le quali interagiscono direttamente o visivamente». La riqualificazione dei due fronti d'acqua, nelle intenzioni dell'Autorità portuale, porrà in sinergia l'operatività e l'uso delle banchine, degli edifici e degli spazi portuali con la quotidianità della vita cittadina legata alle altre attività lavorative, allo studio, allo svago e alla residenza. Sarà, insomma, un nuovo tassello nell'opera in corso da qualche anno di apertura del porto alla città.