Bufera sui musei chiusi: «Siamo pronti ad aprire ma servono i visitatori»

Lunedì 4 Gennaio 2021 di Davide Scalzotto
Gli ingressi a Palazzo Ducale dopo la chiusura del primo lockdown
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VENEZIA - I musei civici riapriranno non appena ci saranno le condizioni di sicurezza sanitaria e non appena le gente tornerà a muoversi, anche prima del 1° aprile, se fosse. Da Ca’ Farsetti però lo dicono chiaro: non è un cambio di rotta dell’amministrazione comunale, della Fondazione Musei o del sindaco Luigi Brugnaro (che ha la delega alla cultura ed è anche vicepresidente della Fondazione). Piuttosto è quanto lo stesso sindaco aveva annunciato alla conferenza stampa di fine anno, dicono dal suo entourage. E le stesse affermazioni del vicesindaco leghista, Andrea Tomaello (per il quale è auspicabile una apertura almeno nei fine settimana) sono ricondotte nell’alveo di un confronto, sebbene al momento di riaprire i week end non se ne parla.
LA RIAPERTURA
Concetto spiegato da Michele Zuin, assessore al bilancio. «Chiariamo: da parte del sindaco e dell’amministrazione non c’è alcuna volontà di aspettare aprile per aprire i musei civici: lo si potrà fare anche prima, se ce ne saranno le condizioni. Viene fatto un monitoraggio costante della situazione, per capire come e quando si potrà tornare a un minimo di ripresa nella mobilità delle persone: vogliamo aprire per i visitatori, non per avere i musei vuoti. Quanto previsto dalla Fondazione è stato deciso in una situazione in cui non c’era (come non c’è ora) alcuna garanzia di ripresa del turismo e delle attività. Oggi si parla di Veneto “arancione”, se non di peggio, come si può pensare di aprire i nostri musei, facendo lavorare le persone per nulla, col rischio di far saltare i conti della Fondazione? Per chi? Per i residenti, che già hanno la gratuità?».
POSTI DI LAVORO
«Abbiamo fatto - prosegue Zuin - quello che ciascun buon amministratore dovrebbe fare: preoccuparci di salvare i posti di lavoro. C’è la possibilità di utilizzare la Cassa integrazione fino a fine marzo e l’indicazione di chiusura, a zero ore lavorative, è stata data proprio per sfruttare a pieno questa possibilità. Non lo avessimo fatto, i bilanci della Fondazione (salvati per il 2020 grazie a una gestione oculata lo scorso anno) sarebbero saltati. Certo, la cassa integrazione non piace a nessuno, ma è un “ponte” che consente di garantire i posti di lavoro per tutti».
«Ma vi pare - prosegue l’assessore - che questa sia un’amministrazione oscurantista, che non capisce il valore della riapertura dei musei quanto prima? Le polemiche sollevate da più parti non hanno senso, spero che sia chiara la nostra logica. Avessimo aperto i musei, come avremmo garantito la sostenibilità della Fondazione in futuro? Brugnaro era stato criticato in primavera perché aveva riaperto i musei prima di tutti, ora le critiche piovono per il motivo opposto».
IL VICESINDACO
Restano le dichiarazioni di Tomaello, preoccupato che passi l’immagine di una città chiusa fino ad aprile. «Tomaello ha espresso in sostanza quella che è anche una nostra preoccupazione - dice Zuin - Venezia deve ripartire quanto prima. Ma gli scenari oggi quali sono? Il Veneto molto probabilmente avrà ulteriori restrizioni E noi seguiamo costantemente l’evolversi della situazione. Ripeto, siamo pronti ad aprire appena ce ne sarà la possibilità». Anche perché alle porte c’è il Carnevale, che partirà il 14 febbraio. «E non c’è intenzione di cancellarlo - afferma ancora Zuin - Sarà un evento organizzato in base a quello che sarà consentito, vedremo anche qui come si evolverà la situazione.

Leggo che c’è chi propone di spostare le date più avanti, ma non avrebbe senso: il Carnevale è legato a un periodo e quello deve rimanere».

Ultimo aggiornamento: 07:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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