Musei civici, rilancio della Lega: «Aperti almeno nei fine settimana»

Domenica 3 Gennaio 2021
LO STALLO
VENEZIA Aprire i musei nei fine settimana. Non subito, ma quando sarà possibile, attendendo le disposizioni del Dpcm o di un decreto legge. A richiamare l'attenzione sul fatto che un segnale di speranza vada dato è Andrea Tomaello, vicesindaco in forza alla Lega: «Non è una critica alle decisioni prese dal sindaco, che ha la delega alla cultura, ma visto che la polemica continua e che ognuno ha detto la sua, anche noi, come Lega, prendiamo posizione». E la presa di posizione non è da poco, visto che si contrappone alla decisione di chi ha la delega alla cultura, cioè il sindaco.
LA CRITICA
«La decisione è stata di Brugnaro - chiarisce Tomaello -, come vicepresidente della Fondazione musei civici, perché non se ne era discusso in giunta. È chiaro che l'assessore alla cultura è lui, quindi ci sta che la parola finale sia sua, ma secondo noi non è un segnale positivo». Dalla Fondazione era emerso infatti che i musei veneziani avrebbero tenuto chiuso fino al 1 aprile, quando il Dpcm si era limitato a decidere per il provvedimento sino al 15 gennaio. Il vicesindaco stabilisce perciò la sua proposta come un suggerimento: «Quando si tiene chiuso un museo, come una scuola, o un impianto sportivo si rischia che la comunicazione sfoci in un messaggio sbagliato. Il timore è che la percezione sia quella di una città chiusa fino ad aprile». Il timore che Tomaello esprime riguarda il fatto che le ripercussioni riguardano tutto l'indotto, come bar, ristoranti e hotel, ma anche il commercio in generale, dato che senza afflusso di gente l'asticella per raggiungere la sopravvivenza si alza sempre di più. «Se e quando i vari decreti lo consentiranno, l'idea che è venuta alla Lega è quella di aprire i musei nei fine settimana. Dobbiamo attendere informazioni che vadano oltre al 15 gennaio, ma da quando sarà possibile, febbraio o marzo, sarebbe utile ragionare in questo senso». Tomaello concorda parzialmente con le scelte del sindaco: «Ha ragione quando dice che non essendoci turisti bisogna evitare di fare buchi, dal punto di vista economico e del bilancio è molto attento, ma i fine settimana potrebbero attrarre turismo di prossimità, come accaduto quest'estate». Il riferimento è a quando i veneti e i vicini ne hanno approfittato per visitare la laguna: «Fornendo messaggi positivi e di fiducia magari qualcuno si muove, ecco che potrebbe esser l'occasione per pubblicizzare in tutto il territorio regionale le bellezze che si possono visitare qui». Con ricadute a pioggia sull'economia cittadina: «Se si dà la notizia che i musei sono chiusi fino ad aprile, non è un bel messaggio che passa, c'è necessità di speranza, ma anche per le attività, per gli hotel e i commercianti. Magari non arriverà tanta gente, ma come è successo al due giugno scorso, si potrebbe creare attenzione».
L'ATTACCO
Sul tema ci va giù duro il consigliere comunale Gianfranco Bettin, della lista Verde e progressista: «Per la giunta l'anno nuovo comincia replicando, al suo peggio, l'anno vecchio, con provvedimenti che collocano Venezia tra le città con le politiche più regressive d'Europa L'idea di una cultura che resta disponibile, aperta, solo se si fanno soldi e che va spettacolarizzata, parla da sola: un patrimonio comune, universale, ridotto a slot machine e la stessa governance di uno dei settori cruciali della città - i beni culturali appunto - svuotata e immiserita e i suoi lavoratori penalizzati». Insoddisfatto anche il sindacato Usb, che parla di preoccupazione a più livelli: «Non solo rimarranno in Fis e Cassa integrazione coloro i quali prestano il loro servizio di fronte al pubblico nei musei di Venezia (e dunque i settori della guardiania, del pulimento, delle caffetterie, dei bookshoop, delle biblioteche), ma resterà in cassa integrazione al 100% anche il personale interno della Fondazione musei civici che si occupa costantemente del mantenimento delle opere di proprietà della città e dei suoi cittadini tutti; anche loro dunque rimarranno a casa, togliendo per tre mesi interi l'ultimo fiato rimasto ai Musei Civici». Oltre ai problemi legati alla mancanza di diritti per i lavoratori esternalizzati, Usb punta il dito anche contro la chiusura, che sarebbe frutto di una decisione unilaterale del sindaco: «La dirigenza della Fondazione, in assenza del sindaco, aveva pubblicamente dichiarato di essere pronta ad aprire da subito, anche in virtù dei contributi ricevuti dallo Stato».
Tomaso Borzomì
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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