Mose di Venezia, manutenzione in ritardo di quattro anni: paratoie immerse e mai toccate

Giovedì 31 Marzo 2022 di Roberta Brunetti
Mose di Venezia, manutenzione in ritardo di quattro anni: paratoie immerse e mai toccate

VENEZIA - Un lavoro a ciclo continuo, tra paratoie da smontare, sistemare e rimontare per garantire l'efficienza del Mose.

Ecco la manutenzione di cui avrebbe bisogno il sistema di 78 dighe mobili. Operazione mai iniziata, già in drammatico ritardo. A dimostralo ora ci sono anche le immagini ravvicinate delle incrostazioni di alghe e crostacei sulle pareti gialle delle barriere girate dalla Guardia di Finanza, l'anno scorso, nell'ambito dell'inchiesta della Corte dei conti sulle criticità del Mose. Una colonizzazione di vita marina ampiamente prevedibile e infatti prevista dal progetto che, per evitare danni, disponeva per ogni diga una manutenzione quinquennale ordinaria. Che non si è ancora fatta. E se per le ultime paratoie, posizionate nel 2019, c'è tempo. Per le prime, le 21 della barriera di Treporti, sott'acqua dal 2013, è scaduto quattro anni fa!


Mose, lavori di manutenzione

Ora qualcosa dovrebbe muoversi. Dopo anni di contenziosi, a gennaio la gara per la manutenzione di queste 21 paratoie è stata aggiudicata alla Fincantieri. Al momento i lavori non sono iniziati. Dall'azienda fanno sapere di essere in una fase di studio e organizzazione, precisando anche che le lavorazioni saranno eseguite in laguna. La settimana scorsa, poi, il Comitato tecnico del Provveditorato alle opere pubbliche ha approvato il capitolato per una nuova gara che dovrà essere organizzata per la manutenzione delle altre tre barriere di San Nicolò, Malamocco e Chioggia. Anche questa, in passato, al centro di contenziosi e annullamenti. Adesso si riparte, con l'idea di localizzare le lavorazioni nelle sedi delle ditte. Quindi non all'Arsenale, né nell'ex area Pagnan. Una conferma indiretta pare arrivare dalla recente relazione delle Corte dei conti che cita le dichiarazioni del Cvn sull'intenzione del commissario al Mose e del Provveditorato di «privilegiare l'affidamento mediante gara di evidenza pubblica delle operazioni di manutenzione ad operatori economici caratterizzati da idonea e specifica capacità tecnico-operativa. Le operazioni di manutenzione saranno quindi operate presso gli stabilimenti di detti soggetti».

Ieri nessun chiarimento da parte degli interessati. Né conferme, né precisazioni su tempi e modi di una manutenzione tanto urgente. Un clima blindato che sta caratterizzando questa ripresa delle attività, dopo un anno di stallo. Agli stessi partecipanti al Comitato tecnico del Provveditorato è stata chiesta una dichiarazione di riservatezza. Novità che solleva perplessità.

Attorno a una grande opera pubblica come il Mose l'interesse non può mancare. Lo testimoniano proposte e critiche. Come quella del geometra Giovanni Nobile, già tecnico del Comune, che per la sua esperienza suggerisce di usare il teflon contro le incrostazioni marine. Torna alla carica anche l'architetto Fernando De Simone, esperto di costruzioni sottomarine, che paventa un collasso delle paratoie per mancata manutenzione: «Dovranno essere revisionate contemporaneamente almeno 50 paratoie. Come faranno? Gli scafi delle navi vengono revisionati in media ogni due anni».

Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 11:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci