MESTRE - È morto ieri, 9 dicembre, Danilo Angiolini, poliziotto in prima linea tra Mestre e Venezia tra gli anni Ottanta e Duemila prima al Commissariato di Mestre e poi alla Squadra Mobile. È proprio qui che l'allora dirigente Vittorio Rizzi (oggi vicecapo della polizia) mise l'ispettore Angiolini a comandare la sezione dei Falchi, dedicata al contrasto della criminalità di strada. Un gruppo flessibile e sempre in movimento, che si dedicò in particolar modo alla piaga dei borseggiatori. Il problema non è infatti solo di questi anni, ma risale ai primi anni Novanta quando prima con sudamericani e magrebini e poi con i romeni (arrivati in massa dopo le aperture delle frontiere dell'Est europeo) bande di criminali cominciarono ad alleggerire i turisti in città, che conosceva le sue prime grandi invasioni. E sotto il suo coordinamento, i Falchi avevano assicurato alla giustizia centinaia di ladri incalliti prendendoli sempre in flagranza.
Ma l'esordio della sua carriera fu al fianco della squadra di Arnaldo La Barbera, capo della Mobile poi finito a fare il questore a Palermo. Era uno dei più conosciuti ai tempi del commissariato di via Ca' Rossa.
Poi Angiolini si dedicò sempre più all'attività sindacale, con il Consap, promuovendo con forza la figura del poliziotto di quartiere.
Infine, si era dato alla politica nelle file di Alleanza Nazionale e poi con La Destra fondata dall'attuale ministro del Turismo , Daniela Santanché.
Lascia la moglie Livia e il figlio Alessandro. I funerali saranno celebrati martedì alle 15 nella chiesa di Santa Maria della Pace.
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