Elena morta in montagna, le sue due passioni: architetto della Regione e guida alpina

Domenica 31 Ottobre 2021 di Melody Fusaro
Elena Berton, morta in montagna a 48 anni

MIRANO - Dolore e angoscia hanno travolto Zianigo e tutta Mirano alla notizia della scomparsa di Elena Berton, morta a 48 anni dopo essere precipitata in montagna.

L'incidente fatale, causato da un rivolo ghiacciato sul quale è scivolata, è avvenuto durante un'uscita con un compagno di cordata nel gruppo del Montasio, nelle Alpi Giulie, nel comune di Chiusaforte (Udine). Berton, miranese molto conosciuta in città, era laureata in architettura e lavorava alla Direzione urbanistica e paesaggio della Regione. Faceva parte anche del Collegio guide alpine. Accompagnatrice di media montagna, formatrice atletica, istruttrice di nordic walking, al centro delle sue attività metteva sempre la montagna, la sua passione. Figlia di Giorgio Berton, volto noto della cultura di Mirano ed ex presidente dell'associazione Agorà, Elena lascia anche la mamma Elide e il fratello Giovanni con cui condivideva tante attività associative. Era sportiva e appassionata di questioni ambientali. Tutti la vedevano sempre girare per la città in bicicletta o a piedi e amava correre in montagna.

 

RITRATTO

Da ragazza, dopo aver frequentato gli scout, era stata per anni volontaria all'interno del Cai, come accompagnatrice di alpinismo giovanile. Appassionata di disegno, spesso dipingeva con gli acquerelli proprio le sue montagne. «Dinamica e intraprendente, si era sempre distinta per la simpatia, la positività del carattere e il suo inconfondibile sorriso» scrive il Cai di Mirano di cui era socia dal 1998, in un post in cui si parla di un giorno triste con gli amici del club che si dicono attoniti e affranti. Nel 2015 aveva sostenuto gli esami per diventare accompagnatrice di media montagna e proprio due settimane fa ricordava con entusiasmo la scelta fatta: «Non mi sono mai stancata di progettare e realizzare belle escursioni» diceva ai suoi amici. Attività che testimoniava costantemente con tante immagini, documentando le cime raggiunte, come quella del Sassolungo, a 3.181 metri.

RICOSTRUZIONE

Ad allertare i soccorsi è stato il suo compagno di cordata, e sulla base della sua testimonianza è stato ricostruito quanto è accaduto. Come hanno spiegato i carabinieri, la donna è scivolata per circa duecento metri, dopo aver perso aderenza nell'attraversare un canalino ghiacciato. Lei e il suo compagno avevano dormito al Bivacco Vuerich, raggiunto venerdì sera partendo dai Piani del Montasio, e al mattino avevano deciso di proseguire lungo il sentiero attrezzato Ceria Merlone. L'incidente è accaduto attorno alle 10.30. Entrambi escursionisti esperti, avevano pianificato nel dettaglio l'uscita dell'intero fine settimana. Con la massima prudenza, da professionisti della montagna, i due poco dopo essere partiti si erano accorti che il tracciato presentava dei pericoli per i quali non si erano adeguatamente attrezzati. L'uomo ha riferito di essere andato avanti in perlustrazione e di aver deciso subito di tornare indietro. Proprio poco dopo essersi girato per ripercorrere il canale ghiacciato a ritroso, Elena Bertan, che era qualche passo più indietro, è scivolata. L'uomo è riuscito a riattraversare il canalino e a raggiungere la donna, caduta molto più in basso e non visibile dall'alto. A quel punto ha provato a chiamare i soccorsi, ma per riuscire a trovare un punto favorevole alla telefonata è dovuto scendere ulteriormente, per cercare campo per il cellulare. I tecnici del Soccorso Alpino Fvg della stazione di Cave del Predil, la Guardia di Finanza e l'elisoccorso regionale sono immediatamente intervenuti ma il medico non ha potuto far altro che constatare il decesso. Sull'incidente indaga la Procura di Udine, che ha dato il nullaosta per la rimozione della salma, non ravvisando responsabilità di terzi. 
 

Ultimo aggiornamento: 1 Novembre, 08:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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