MESTRE - Ad aspettarla sul binario c’erano gli agenti di polizia ferroviaria. Li aveva chiamati il capotreno del regionale Treviso-Venezia che alle 21.20 di lunedì era fermo in stazione. Era a lui che una ventenne veneta aveva chiesto aiuto raccontando di essere stata violentata da un ragazzo mentre era da sola in carrozza.
Un’ora e mezza dopo il cerchio lo chiudevano gli agenti dello scalo mestrino individuando l’aggressore mentre camminava senza meta in stazione.
«AIUTO»
Il contesto dei fatti di lunedì sera è simile a quello raccontato dai fatti di cronaca avvenuti nelle scorse settimane tra le stazioni della provincia di Bergamo e quella di Milano: una ragazza da sola in viaggio e un uomo che ne approfitta. A raccontare come sono andate le cose era stata la stessa ventenne, una volta portata nell’ufficio della Polfer mestrina. Agli agenti aveva detto che mentre stava arrivando a Mestre era stata avvicinata da un ragazzo, più o meno suo coetaneo: lui aveva iniziato a parlarle e le si era seduto accanto, approfittando anche del fatto di essere da soli.
I due (dettaglio poi diventato fondamentale per le indagini) si erano anche scambiati i contatti social e avevano continuato a dialogare fino a quando lui aveva provato a palpeggiarla nelle parti intime. Spaventata, la ragazza era corsa in cerca del capotreno, trovandolo e chiedendo aiuto. Pochi istanti dopo, con il treno arrivato in stazione, era cominciata l’indagine della polizia ferroviaria.
I SOCIAL
Dopo un primo sopralluogo a bordo del convoglio, gli agenti avevano iniziato a passare al setaccio la stazione in cerca dell’aggressore.
Dalla loro avevano la descrizione precisa del ragazzo, con tanto di foto grazie, proprio, allo scambio dei contatti social che i due avevano avuto a bordo del treno. Non solo, la ventenne aveva anche descritto l’abbigliamento indossato dal suo aggressore, in particolare una maglietta dai colori sgargianti e inconfondibile.
IL TENTATIVO
Sapendo di avere la polizia alle costole, il diciottenne aveva cercato in tutti i modi di scappare, tentando anche di cambiare look con l’obiettivo di non farsi trovare. Tentativo andato a vuoto perché dopo un’ora e mezza di ricerche, veniva individuato su un binario attorno alle 23. Nonostante avesse cambiato la maglietta, gli agenti erano andati a colpo sicuro riconoscendolo dalla foto profilo del suo canale web, condivisa in treno con la ragazza che poi aveva provato a palpeggiare. Portato in ufficio era stato identificato e denunciato per violenza sessuale.
Le indagini ora proseguiranno per ricostruire ogni altro dettaglio di quanto accaduto partendo dalla ricostruzione della ragazza e dalle dichiarazioni del diciottenne.