Mestre. Al teatro Toniolo Anna Foglietta e Paola Minaccioni con "L'attesa"

Da venerdì 3 al 5 febbraio.

Giovedì 2 Febbraio 2023 di Filomena Spolaor
Mestre. Al teatro Toniolo Anna Foglietta e Paola Minaccioni con "L'attesa"

MESTRE - Due donne gelide e vulcaniche, due destini e un'attrazione fatale. Anna Foglietta e Paola Minaccioni sono le protagoniste del tormentato testo dello scomparso Remo Binosi, L'attesa, cui alla prima edizione assistette emozionandosi Michela Cescon. Ne ha battezzato un'altra versione, che dirige sul palcoscenico del Teatro Toniolo da domani venerdì 3 al 5 febbraio, puntando sullo scambio continuo delle parti, che se nella prima edizione era tra Elisabetta Pozzi e Maddalena Crippa, ora è nella scena di un teorema incandescente tra Anna Foglietta e Paola Minaccioni.

Le due attrici molto amate dal pubblico per la prima volta insieme sul palco incontreranno anche il pubblico: sabato 4 febbraio, alle 17, al Teatro Toniolo in un'intervista condotta da Claudia Vigato (ingresso libero con prenotazione sul sito del Comune).

IN CAMPAGNA

La regista fa leva sul dualismo e l'attrazione fatale tra le due donne protagoniste, che sono state recluse in campagna perché entrambe sedotte e in stato interessante, l'aristocratica Cordelia e la popolana Rosa. In uno spazio delimitato da sipari e pannelli rigidi che scorrono giù e su come per uno storyboard, in una stanza da letto del 700 spiamo l'intimo esilio di due figure femminili, seguendo la traccia di Binosi che aveva ambientato una solidarietà di gestanti di opposto ceto nel secolo di un colpevole Casanova. Si assiste a uno spettacolo che dalle incompatibilità delle due nature passa all'emotività di un comune sentire, ad atti complici, poi ad abbandoni fisici, fino a slanci d'erotismo quando saltano fuori i resoconti carnali.
«In assenza di controlli e giudizi sociali - confida Anna Foglietta - noi donne ci liberiamo dalle convenzioni, e i momenti sensuali sono il prodotto di un maschile che è suggestivo per evocazione, senza niente di volgare». La regia di Michela Cescon prodotta da Teatro di Dioniso e Stabile del Veneto plasma sulla scena ogni comune prigione del dire, ogni condiviso costume, ogni malcontento del corpo e della mente. La Cordelia di Foglietta è incline allo stile esistenzialista della Marquise d'O di Heinrich von Kleist, la Rosa di Minaccioni si orienta verso il repertorio della saggezza umana di Goldoni. Con l'evolversi delle gravidanze, e con le nascite coincidenti della prole, si entra nel noir e Cordelia, promessa a un duca che la vuole illibata, cerca di salvare la vita della sua creatura invertendone il destino col neonato di Rosa, la quale più generosa soffoca quella che crede sia la propria figlia. Nonostante l'azione sia ambientata nel 700 i temi e i contenuti trattati sembrano parlare di noi, come se non fosse cambiato nulla: la differenza di classe, il rapporto serva-padrona, il doppio, l'amore, il piacere, la maternità, il peccato, la punizione, il femminile, il male, la morte, la seduzione. C'è una messinscena grintosa, una drammaturgia che studia l'io diviso femminile, una gran partita di due attrici senza mai una pausa.

Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 10:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci