Mestre. In fuga sulla Panda per un'ora: auto dei carabinieri speronata (ed è solo l'inizio)

Martedì 7 Novembre 2023 di Roberta Brunetti
Mestre. In fuga sulla Panda per un'ora: auto dei carabinieri speronata

MESTRE - Due giovani che, nel cuore della notte, non rispettano l'alt dei carabinieri e a bordo di una Grande Panda, si lanciano in una fuga a tutta velocità di quasi un'ora, tra strade prese in contromano, semafori passati con il rosso, inversioni a U e speronamenti. Risultato: quattro feriti, due carabinieri, mandati a sbattere contro un guardrail, e due poliziotti, presi a calci e pugni. E tutto questo perché l'autista, un 21enne di Malcontenta, stando al suo stesso racconto, aveva paura che, avendo bevuto qualche birra, gli togliessero la patente. Ha dell'assurdo - e poteva finire in tragedia - quanto accaduto nella notte tra venerdì e sabato sulle strade tra Mestre, Marghera e Mira. Protagonisti due giovani: oltre al 21enne di Malcontenta, l'amico 19enne di Mestre. Entrambi arrestati per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate, ieri mattina sono comparsi davanti al giudice monocratico di Venezia, Stefano Ciampaglia, per essere giudicati per direttissima.

L'udienza è stata rinviata al prossimo 30 novembre. Intanto il giudice ha disposto gli arresti domiciliari per l'autista e l'obbligo di firma per il passeggero.

L'INSEGUIMENTO
Erano le tre e mezza della notte quando in via Tosatto, all'uscita dall'Area city, i due amici avevano incrociato la pattuglia dei carabinieri. I militari avevano notato che, alla loro vista, da quell'auto veniva gettato fuori dal finestrino qualcosa. Di qui la decisione di procedere a un controllo, intimando l'alt alla Grande Panda. L'inseguimento era iniziato così, prima per le vie di Mestre, poi di Marghera, per concludersi a Oriago di Mira. Quasi un'ora di folle fuga in cui l'auto guidata dal 21enne aveva violato ogni regola del codice della strada e del buon senso, arrivando a speronare la vettura dei carabinieri che andava a cozzare contro un guardrail. Per i militari fratture alla spalla per uno, e al volto per l'altro. A proseguire l'inseguimento era stata una volante della polizia, che attorno alle 4 e mezza, a Oriago, era finalmente riuscita a bloccare la Grande Panda, ma con l'autista che aveva fatto di tutto di ripartire. Alla fine gli agenti avevano dovuto rompere il finestrino per chiudere il quadro comandi, venendo presi a calci e pugni.


L'UDIENZA
Ieri in udienza c'erano anche i due poliziotti, con le mani fasciate e il collare. Assistiti dall'avvocato Damiano Danesin, si sono costituiti parte civile. Presenti anche numerosi colleghi dei due carabinieri feriti. Uno dei due, proprio ieri, sottoposto a un intervento chirurgico. Davanti al giudice Ciampaglia l'autista 21enne, assistito dall'avvocato Giulia Garbo, ha ammesso di aver perso la testa. Ha raccontato di aver fatto fatica a prendere la patente, che gli serve per lavoro, di aver avuto paura di perderla ad un controllo del tasso alcolico (in realtà poi risultato della norma). Il giovane ha anche scagionato l'amico, che gli avrebbe detto di fermarsi. Anche il 19enne, assistito dall'avvocato Gabriele Annì, ha risposto alle domande del giudice. Ha riferito di essersi spaventato moltissimo e di aver detto più volte all'amico di fermasi. Inutilmente. Posizioni che saranno esaminate nel dettaglio nel corso del processo dal prossimo 30 novembre. Ma già ieri, disponendo le misure cautelari, il giudice ha puntato il dito sulla follia di questa fuga per la «totale noncuranza» e «non realizzazione del disvalore dell'azione» compiuta.

Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 09:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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