VENEZIA - Oltre tremila persone rischierebbero di restare senza assistenza medica di base vicino a casa. A gettare il sasso nello stagno è il Movimento per la difesa della sanità pubblica veneziana: «Abbiamo scritto il 31 ottobre scorso una lettera di allarme al direttore generale dell'Ulss 3 perché da più parti ci dicevano che c'era il rischio che alcuni medici di base potessero cessare il rapporto di convenzione a fine anno.
La posizione dell'Ulss 3
Proprio l'Ulss però tranquillizza, spiegando che i residenti non resteranno senza medico di base: «Tutti i medici di medicina generale che lasciano il servizio lo hanno fatto fin qui secondo procedure e tempistiche corrette e tutti sono stati sostituiti tempestivamente. Nessuna irregolarità, quindi, neppure per le cessazioni in arrivo, e nessun allarme, se non quello più complessivo, e ben noto, della difficoltà di reperire professionisti. L'Ulss 3 è impegnata a garantire un sostituto per i medici che andranno in pensione. E lo farà con l'impegno e le modalità grazie alle quali non un solo utente, fino ad ora, è rimasto privo, neppure temporaneamente, del suo riferimento per l'assistenza sanitaria».
Senza medico di base vicino casa
Secondo le ricerche del movimento, i due dottori che andranno via avevano uno 1500 pazienti e l'altro 1800. Quindi 3300 persone saranno costrette a individuare un altro medico, con il timore che sia più distante rispetto a prima: «Tutti parlavano di specificità legata a Venezia, ma alla fine non si fa nulla. Qui c'è una popolazione anziana, con patologie e cronicità, quasi uno su due vive da solo, come fa a raggiungere un posto distante?», attacca Salvatore Lihard, anima del gruppo. Il tema generale della carenza di medici di famiglia in città è sentito: «L'esperienza ci dice che nonostante una folta graduatoria (secondo i dati forniti dall'associazione ci sono 54 medici per incarichi provvisori e 44 per sostituzione) si fatica a trovare un medico disponibile. Stando a quello che sappiamo, uno dei due opera all'interno del gruppo di medicina integrata al Giustinian e l'altro al Lido». Le ricerche del movimento non si sono fermate: «Sappiamo che nessuno dei dottori interni al Giustinian o a Dorsoduro ha posto, mentre per il Lido, non ci sarà spazio neanche a Pellestrina o Castello, siamo preoccupati», continua Lihard. Il movimento propone anche una soluzione: «Chiediamo un piano di intervento per assicurare adeguata assistenza di cure primarie, anche in termini di avviso. Ufficialmente non sappiamo i nomi dei due medici che andranno via. Così come non si sa dove andranno a trovare i sostituti, temporanei». Cristiano Gasparetto porta la sua testimonianza: «Sono un privilegiato perché l'ho saputo prima, ma l'assistenza sanitaria è un diritto, servono facilitazioni come un posto auto a piazzale Roma per i dottori». Allo stato attuale, secondo l'associazione, dal Giustinian il primo medico disponibile si troverebbe a San Polo, mentre al Lido degli 11 dottori presenti, 5 sono vicini alla pensione.