MARGHERA - Che da quelle parti ci fossero grandi progetti, già si sapeva. Ma che, tra i relitti dell’ex Galileo o dell’ex Ferriera Preo di via Fratelli Bandiera, potesse sorgere anche una specie di “polo del lusso”, con tanto di “centro ricerche” e una specie di campus universitario, questa è proprio una novità. E una novità che non è proprio un sogno lontano, visto che i terreni sono già stati acquistati da uno dei marchi emergenti degli ultimi vent’anni a livello internazionale e, seppure finora sottotraccia, ci sono tutte le possibilità per vederlo realizzato nel giro di qualche anno.
IL FENOMENO
Si chiamano “Golden Goose” e sono le sneaker (scarpe sportive, ma non proprio alla portata di tutti) diventate un fenomeno di portata internazionale nel settore del “luxury brand”, marchio di lusso nato nel 2000 dall’unione dello spirito creativo di Francesca Rinaldo e Alessandro Gallo, giovani designer veneziani che iniziano a proporre prodotti innovativi lavorati artigianalmente mettendo assieme uno stile vintage con tocchi e particolari di alto livello.
IL PROGETTO
Ma se questi sono i dati macro di un’azienda che produce capi fatti a mano e con un effetto “used” (scarpe caratterizzate da una stella sul lato che sono in vendita a più di 400 euro, con personalizzazioni dei lacci che, da soli, sono venduti a 50 euro), quello che più conta è che l’azienda ha deciso di investire su Marghera con un progetto che - nel più rigoroso silenzio - è in gestazione da un paio d’anni. Non solo sulla carta, comunque, visto che Golden Goose ha già acquistato un pezzo di terreno più o meno alle spalle dell’ex Galileo e del nuovo Mercato ortofrutticolo di via delle Macchine, ceduto dall’imprenditore Damaso Zanardo che, come altri operatori della zona che - con tutti i progetti sul tappeto - potrebbe cambiare radicalmente volto nel giro di pochissimi anni, crede fortemente in quest’operazione.
LE ORIGINI
Del resto, alle origini, Golden Goose era nata in un piccolo atelier nella zona industriale di Marghera, con i due veneziani che iniziarono puntando sulle gonne ricavate da vecchi jeans vintage e poi sulle camicie, sui capi in pelle e sulle borse, arrivando a quelle scarpe sneakers con le quali hanno fatto il botto. E in quest’area di Marghera pronta a cambiare faccia, Golden Goose sta mettendo a punto un progetto che mirerebbe a creare un “centro studi” per i nuovi prodotti con una specie di campus universitario collegato al marchio, senza escludere collegamenti anche con il distretto della calzatura della Riviera del Brenta che, di questi tempi, ha più che mai bisogno di una boccata di ossigeno. Insomma, la prova che Marghera può puntare per una volta anche al lusso. Un sogno? Il primo passo, cioè l’acquisto dei terreni, è già stato fatto. E un brand che finora non ha sbagliato un colpo, difficilmente farà cilecca in un’area in cui, tra l’altro, ha le sue origini.