Lunedì prossimo poco più di 300 mila lavoratori del Nordest non potranno recarsi in fabbrica o in ufficio perché impossibilitati a farsi il tampone per ottenere il Green pass. Purtroppo, le farmacie e le strutture pubbliche/private dedicate a questo servizio non sono in grado di compiere giornalmente un numero di test sufficienti per coprire la domanda. Lavoratori che, loro malgrado, saranno costretti a rimanere a casa senza retribuzione. La denuncia è sollevata dall’Ufficio studi della CGIA.
I numeri
Secondo le stime sarebbero poco meno di 455 mila i lavoratori nordestini senza il certificato verde.
A rischio la ripresa economica
«La mancata presenza di circa 300 mila occupati - spiega Paolo Zabero della Cgia di Mestre - non rappresenta solo un problema economico e sociale che rischia di mettere a repentaglio la tenuta produttiva di moltissime attività economiche del Nordest, ma costituisce anche seria violazione del diritto al lavoro. Se il Governo ha deciso per decreto di consentire l’ingresso negli uffici e nelle fabbriche solo a chi ha il Green pass, e quest’ultimo è ottenibile attraverso il vaccino o il tampone, lo Stato deve garantire la possibilità di fare il tampone anche a chi non vuole sottoporsi all’iniezione del siero vaccinale. Diversamente, lede il diritto al lavoro a tantissime persone, venendo meno a un principio fondamentale di uno Stato di diritto: la legalità, che deve essere sempre rispettata sia dai soggetti pubblici sia da quelli privati. Intendiamoci, il Covid va sconfitto con la prevenzione, aumentando il numero di immunizzati e con le disposizioni indicate dagli esperti, ma allo stesso tempo dobbiamo salvaguardare anche il diritto al lavoro e le piccole imprese, che da questa pandemia sono state fortemente penalizzate».
Cambiare il decreto o mobilitare l’Esercito
Secondo l’Ufficio studi della CGIA, per risolvere questa situazione il Governo ha due possibilità: stabilire che il green pass si ottiene solo attraverso l’inoculazione del vaccino, eliminando così il problema dell’impossibilità di fare i tamponi a tutti, o mobilitare l’Esercito, la Protezione civile o non sappiamo chi altro, affinché vengano diffuse su tutto il territorio nazionale delle unità mobili in grado di fare i test, garantendo così a tutti il diritto di conseguire, ancorché temporaneamente, il certificato verde.
I “no vax” a Nordest
Dati puntuali sul numero di lavoratori non vaccinati non ce ne sono.
Gli unici disponibili sono di fonte della Presidenza del Consiglio e fotografano il numero di persone non ancora vaccinate all’8 ottobre scorso nella fascia di età tra i 20 e i 59 anni. Coorte che include la stragrande maggioranza dei lavoratori presenti anche nel Nordest. Ovviamente tra queste persone sono inclusi i disoccupati e gli inattivi. In Veneto in questa fascia i “no vax” sono 457.490, in Friuli Venezia Giulia 113.563, nella Provincia Autonoma di Bolzano 63.570 e nella Provincia di Trento 42.165 per un totale di 676.788. Se a questi importi togliamo i disoccupati e gli inattivi, stimiamo che gli occupati senza alcun vaccino a Nordest ammonterebbero a 455 mila circa: di cui 303 mila in Veneto, 76 mila in Friuli Venezia Giulia, 47 a Bolzano e 29 a Trento.