CAORLE Adotta un cane abbandonato e poi cerca di affogarlo gettandolo in acqua legato a un blocco di cemento. È successo a Caorle il 21 ottobre 2019.
Il vpo Patrizia Cau ne ha chiesto la condanna e il giudice monocratico Milena Granata ha inflitto al 58enne 4 mesi di reclusione. Ha inoltre confiscato il cane disponendo che venga affidato a un'associazione che si occupa di animali abbandonati. Quando la sentenza diventerà esecutiva, il Tribunale si attiverà affinché il cane venga adottato.
IL PROCESSO
Il processo non ha fatto piena chiarezza sul perchè Dalla Bella avesse deciso di uccidere in modo così brutale il grazioso bastardino bianco e nero, simile a un border collie, che aveva adottato due settimane prima in un rifugio per animali. Secondo la compagna, sentita a sommarie informazioni dalla Polizia locale, l'animale aveva avuto qualche problema ad ambientarsi nella nuova realtà. Convocata come testimone, la donna non si è presentata in aula. Le sue dichiarazioni sono state comunque acquisite.
IL PESCATORE
A confermare il tentativo di eliminare il cane è stato il pescatore che lo ha salvato. Erano circa le 19, aveva appena ormeggiato in porto e scendendo dalla barca aveva sentito uno strano rumore in acqua. «Che cosa succede?», aveva chiesto a Dalla Bella. «C'è un cane, ma non è mio», si è sentito rispondere. Botter, notando che l'animale cercava inutilmente di restare a galla, è intervenuto immediatamente. Non è stato facile salvarlo. Non riusciva a sollevare il cane e, contemporaneamente, il blocco di cemento del peso di 32 chilogrammi fissato all'estremità della corda che era stata legata attorno al collo del cane. Alla fine ce l'ha fatta, recuperando anche il blocco di cemento che stava sprofondando nel fondo sabbioso. L'animale era stato subito affidato al canile Villa Electra di San Donà.
C.A.