Museo M9, stretta sui finanziamenti e sugli orari di apertura

Sabato 14 Marzo 2020 di Fulvio Fenzo
L'M9 di Mestre
Una “cura dimagrante” per il museo, riducendo finanziamenti e perfino - pare - gli orari di apertura. La riorganizzazione (l’ennesima, a questo punto) della “governance” del Distretto e della Fondazione a cui fa capo la sala espositiva, riportando quasi tutto sotto il controllo della Fondazione di Venezia. Un pesantissimo affondo sugli errori di progettazione e di realizzazione del complesso, che hanno pesato poi sui costi di gestione e sulla mancanza di insediamenti all’interno dell’ex Chiostro. La relazione del presidente Giampietro Brunello, esposta ieri nel Cda della Fondazione di Venezia, è una pesantissima analisi della situazione economica - presente e futura - del Museo del Novecento. Ma è anche una sorpresa inaspettata, visto che per il 27 marzo è atteso il documento finale degli advisor della Dgm Consulting, incaricati proprio dalla Fondazione per elaborare quel “piano straordinario” che dovrebbe bloccare l’emorragia di denaro alla quale la Fondazione sta facendo fronte per tenere in piedi l’intero complesso. Nel Cda più di qualcuno lo ha interpretato come un blitz di Brunello, il cui mandato scadrà in primavera, per anticipare i tempi. Di fatto, alla fine, la relazione e il dossier che sarebbe stato elaborato dal solo Edmondo Pasquetti (escludendo il direttore del museo Marco Biscione e l’altro amministratore Stefano Antonio Sernia) sono passati nel Cda come un “contributo portato all’attenzione degli advisor per la riorganizzazione di M9”. Un modo un po’ democristiano per definire quello che, comunque, rappresenta «un percorso-ponte che ha come obiettivo la riduzione delle perdite, portandole entro il 2021 nei limiti di sopportabilità previsti nel Piano Triennale». Percorso che, comunque, prevede lacrime e sangue per quello che dovrebbe essere il cuore del distretto e dell’intero progetto, cioé il Museo del Novecento, ipotizzando la chiusura delle sale all’ora di pranzo e l’anticipazione della chiusura pomeridiana attorno alle 17, forse perfino prima (ora è alle 18), per ridurre i costi. Al Museo verrebbe poi sottratta la direzione della didattica (il progetto M-Children) passandolo a M9 District, ma soprattutto sarebbe prevista una sforbiciata sugli investimenti relativi alle mostre temporanee, come l’attuale LunarCity. Sul fronte della riorganizzazione della gestione complessiva, la parola d’ordine è “semplificazione degli organi”, che significa ridurre gli incarichi che si sono aggiunti e sovrapposti (non da soli) nel corso degli anni. Ma il documento di Brunello è anche un atto d’accusa. «Abbiamo subito vincoli di carattere strutturale, come gli spazi dell’ex convento che si sono rivelati non in tutto adatti ad uno sviluppo commerciale», sottolinea Brunello, e si scopre che la mancanza di impianti di aspirazione e di scarico dei fumi al piano terra ne ha condizionato la destinazione, obbligando ad aprire il ristorante (che ha poi chiuso nei giorni scorsi) ai piani superiori, dove non lo ha visto quasi nessuno. «Ma ci sono anche vincoli legati ai contenuti di M9, carente di alcuni aspetti fondamentali per il ‘900 come la costituzione dell’Europa, la conquista dello spazio, le scoperte in fisica e in medicina - riprende il presidente -, fino a quello del numero di persone che possono contemporaneamente visitare il museo, condizionato da tempi di visita molto dilatati. Questi vincoli hanno contribuito a determinare un divario fra i costi preventivati e i ricavi effettivi, evidenziando in alcuni casi problemi di sovradimensionamento dei servizi, in altri meccanismi di gestione delle attività non ottimali». Insomma, debiti a parte visto che ci sono i 110 milioni dell’investimento iniziale (e Brunello mette in discussione anche l’Iva al 22 per cento perchè il museo è sotto il distretto e non sotto Fondazione Venezia come la Casa dei Tre Oci), bisogna tagliare drasticamente sulla gestione “viva” di M9. «Il tutto senza incidere sul ruolo di aggregatore sociale e culturale del distretto per Mestre e la città metropolitana» precisa il presidente, ma non sarà facile. E adesso si attende il responso degli advisor.
Ultimo aggiornamento: 11:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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