Pochi incassi. Buco di bilancio M9, strategia per svoltare

Venerdì 27 Settembre 2019 di Fulvio Fenzo
Pochi incassi. Buco di bilancio M9, strategia per svoltare
4
MESTRE - C'è chi lo dipinge come un Grande Malato, profetizzando perfino il peggio. Da fare gli scongiuri. Ma invece, a ben guardare, M9 è come un bambino che non riesce a crescere, perché nato prematuro o venuto al mondo troppo in fretta. Un bimbo bello, bellissimo, ma che ancora non ce la fa a reggersi in piedi sulle sue gambe. E adesso, che escono i numeri reali degli incassi dagli ingressi al museo del Novecento e le differenze da brivido tra ricavi previsti dell'intero distretto e le proiezioni reali per fine 2019: il 66 per cento (due terzi) in meno di introiti da museo e dalle mostre temporanee, con la Fondazione Venezia intervenuta in soccorso con una maxi-erogazione di 4,2 milioni di euro (3,55 milioni al Museo più 655mila euro al Distretto), oltre ai 110 milioni già investiti per realizzare il Polo M9. Di tutto questo si parlerà il 23 ottobre in un Consiglio generale straordinario convocato dal presidente  Giampietro Brunello sulla situazione di M9. E Brunello non si sottrae all'analisi di questi numeri.
Presidente, non è una situazione facile.
«I numeri non sono definitivi. La situazione è in progress. Ma il Consiglio del 23 ottobre è stato convocato proprio per arrivare alla definizione del documento programmatico per il 2020 che sarà approvato per il 25. Trovo quantomeno curioso che questi dati siano già usciti. In ballo c'è ancora tutta una serie di cose, dalla allocazione degli immobili ai progetti per il museo e, in particolare, quelli per spingere le scuole e i gruppi a visitarlo. Quest'anno ci dovranno essere gli studenti, cosa che finora è mancata per quella partenza del dicembre scorso che era rimasta in forse fino all'ultimo».
I ricavi della mostra permanente sono sotto del 62% rispetto agli obiettivi, e quelli delle mostre temporanee addirittura del 75%. In tutto erano previsti 2,7 milioni di introiti, ma si arriverà a 908mila euro.
«Ci attesteremo sui 70-75mila visitatori, forse anche verso gli 80mila. Quei 200mila ingressi preventivati erano un dato sovrastimato, fatto in un'ottica di obiettivo più che di previsione reale. Lasciamo stare. E comunque già 70mila visite sono un dato importante per un museo al primo anno di vita visto che, come ha ricordato il nostro direttore Marco Biscione, solo il 2,7% dei musei italiani supera i 100mila visitatori, secondo i dati Istat del 2017. Ripeto, siamo partiti alla garibaldina, abbiamo sofferto in estate (ma questo ce lo aspettavamo) e, più di ogni cosa, finora ci sono mancati i gruppi delle scuole e dei tour operator. D'ora in poi dovranno arrivare: è con quelli che aumentano gli ingressi».
E con gli eventi, sui quali si sta puntando come il prossimo Festival delle Idee tra il 24 e il 27 ottobre. Ma le mostre temporanee, la prima sui fotografi e quella in corso sui tatuaggi, si sono rivelate un flop: 228mila euro di ricavi effettivi su 900mila previsti.
«La mostra L'Italia dei fotografi, che era comunque bellissima, è stata un ripiego. Avremmo dovuto aprire questo spazio con un'esposizione sul futuro, in antitesi rispetto al Museo del 900 che guarda al passato, ma non ci siamo riusciti anche se resta nei nostri programmi per il 2020. Diverso il caso di quella sui tatuaggi: a Torino totalizzò 20mila ingressi, mentre da noi sta andando male. Francamente non è il mio genere, ma è stata fatta promozione anche sui canali social per raggiungere tutti i potenziali visitatori. Non è bastato o, forse, era fuori dal nostro target. Di sicuro è un aspetto da analizzare, come è da prendere in grande considerazione il fatto che durante il recente Festival della Politica è stato riscontrato un aumento dei visitatori, con una grande sinergia tra l'area direzionale e il museo».
E la prossima mostra temporanea?
«Stiamo lavorando ad una mostra sull'anniversario della conquista della Luna, da inaugurare prima di Natale e arrivando così in tempo per le celebrazioni dei 50 anni. È in fase di definizione in questi giorni e, tra l'altro, conterrà anche degli spazi dedicati ai progetti di utilizzo della Luna come base spaziale per andare su Marte. Ma ci dovrebbe essere che un modulo straordinario che consente al visitatore, munito di occhiali 3D Oculus, di simulare un atterraggio guidando il Lem di Armstrong. Ci auguriamo proprio che questa mostra possa risvegliare nuovi visitatori per tutto il Museo».
Resta tutta la partita del Distretto, cioè gli spazi nel chiostro che sono ancora vuoti, tanto che i ricavi dalle locazioni sono scesi a 995mila euro contro il milione e 705mila euro messo a preventivo.
«Anche qui dobbiamo guardare in faccia la realtà. C'è una concreta difficoltà di inserire insediamenti commerciali all'interno del primo e del secondo piano del Chiostro».
La società Copernico avrebbe dovuto aprire nella primavera scorsa su tremila metri quadri per destinarli al co-working, il lavoro condiviso, di aziende e professionisti. Spazi che sono ancora vuoti con un ormai triste coming soon. Che fine hanno fatto? 
«Stiamo ancora discutendo. Nel contratto era previsto un approccio con partecipazione al rischio d'impresa da parte della nostra Fondazione. Una cosa che non poteva essere perché ci mancherebbe che ci accollassimo pure questo... Di certo i locali non sono votati al commerciale e siamo in trattative con realtà importanti».
Servizi o cose simili, dunque?
«Probabile. In ogni caso siamo ragionevolmente sicuri che per fine anno tutti gli spazi del Distretto saranno occupati».
Fulvio Fenzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci