Lilia massacrata dal compagno con 85 coltellate: fu una frase a far scattare la furia omicida

Martedì 31 Gennaio 2023 di Roberta Brunetti
SPINEA La scientifica porta via la salma in via Mantegna 4

SPINEA - La furia del femminicidio consumatosi, nel settembre scorso, tra le mura di una casa di Spinea, ora ha numero: 85. Quello delle coltellate inflitte alla quarantenne moldava, Lilia Patranjel, dal compagno Alexandru Ianosi, 35enne romeno, saldatore della Piping System di Mirano. Le ha contate il medico legale Barbara Bonvicini, incaricata di eseguire l’autopsia sul corpo martoriato della donna. Il consulente del sostituto procuratore, Alessia Tavarnesi, ha depositato in questi giorni le sue conclusioni. Uno degli ultimi atti di un’indagine che, a questo punto, si avvicina alle conclusioni. Per Ianosi, in carcere dal giorno del delitto, si prospetta un processo davanti alla Corte d’assise per omicidio aggravato dal vincolo della convivenza. Un reato da ergastolo, per cui non è ammesso il rito abbreviato con lo sconto di un terzo della pena. Il suo difensore, l’avvocato Francesco Neri Nardi, è intenzionato a chiedere alla Corte una perizia psichiatrica. «Ianoni ora è più raziocinante, capisce il disvalore di quello che ha commesso. È un uomo distrutto» riferisce il legale.


VIOLENZA INCREDIBILE
Che il femminicidio di Spinea fosse stato particolarmente efferato era, ovviamente, apparso evidente da subito. Ma il conteggio del medico legale consegna ora un dato certo, quanto agghiacciante. Un paio i fendenti mortali che hanno raggiunto Lilia tra il torace e l’addome. Ma poi ci sono le tante altre ferite, anche alle braccia e alle mani, segno del disperato tentativo della donna di difendersi. Colpi inferti con una violenza tale, fino quasi a staccarle un braccio. Per un totale che arriva appunto all’incredibile numero di 85. Furia assassina scatenatasi nel corso di un litigio, uno dei tanti, secondo il più classico dei canovacci dei femminicidi. L’innesco, anche stavolta, pare essere stata una frase della donna, decisa a mettere fine a quel rapporto violento.

Lo ha ammesso Ianosi stesso, interrogato nelle settimane scorse dal sostituto procuratore Tavernesi. Una prima confessione, arrivata dopo mesi in cui l’uomo era rimasto in silenzio, sia con i carabinieri che lo avevano arrestato, sia nel corso dell’udienza di convalida davanti al giudice per l’indagine preliminare.


L’ULTIMO LITIGIO
La tragedia si era consumata la sera di 22 settembre, nella casa del centro alle porte di Mestre, dove la coppia conviveva ormai da cinque. Quella sera la donna si era fatta coraggio, decisa stavolta ad andare fino in fondo. Altre volte aveva denunciato le violenze del compagno, salvo poi ritirare la querela e bloccare l’iter giudiziario. Stavolta Lilia voleva andarsene davvero. Ma la reazione del compagno fu il massacro della donna, ora descritto nella relazione del medico legale. L’uomo si scagliò contro di lei con un coltello da cucina, tentando di ferirla il più vicino al cuore. Lilia morì attorno a mezzanotte.


LA CONFESSIONE
Fu Ianosi stesso poi a chiamare i carabinieri attorno alle cinque del mattino. «Venitemi a prendere, ho ucciso la mia compagna» disse, per poi avvalersi della facoltà di non rispondere. «Non capisco perché l’ho fatto, sono semplicemente devastato dai sensi di colpa. Dopo averla uccisa ho un vuoto di memoria, sono svenuto» aggiunse entrando in carcere. In seguito, in cella, la decisione di piantarsi un manico di scopa in un occhio per punirsi. Sono seguiti mesi di cure sanitarie, nonché di recupero. Fino alla confessione di poche settimane fa. Al sostituto procuratore che coordina le indagini, Ianosi ha riferito che Lilia aveva detto una frase che gli aveva fatto perdere la testa, di «non averci più visto», di aver preso il coltello da cucina per colpirla... Colpi su colpi. Gli 85 in tutto ora conteggiati nella relazione del medico legale. Un documento in più per gli atti del processo ormai alle porte.
 

Ultimo aggiornamento: 18:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci