Omicidio di Lilia, il compagno trovato in carcere con un manico di scopa nell'occhio: «L'ombra del codice d'onore»

Giovedì 29 Settembre 2022 di Davide Tamiello
Lilia uccisa dal compagno, lui trovato con un manico di scopa nell'occhio: «L'ombra del codice d'onore»
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SPINEA - Ufficialmente si è trattato di un atto di autolesionismo, ufficiosamente i dubbi su come Alexandru Ianosi Andreeva Dimitrova si sia ferito in carcere sono più di qualcuno. Il 35enne, accusato di aver ucciso a coltellate la notte tra il 22 e il 23 settembre la compagna Lilia Patranjel, al momento si trova in rianimazione, in prognosi riservata, all'ospedale dell'Angelo: è stato trovato con un manico di scopa infilato in un occhio.

Il sospetto che l'uomo possa non aver fatto tutto da solo è venuto anche a qualche medico dell'Ulss, che ha chiesto lumi sulla questione alle autorità. Anche il legale del 35enne romeno, l'avvocato Francesco Neri Nardi, ha chiesto al carcere una relazione completa e dettagliata sull'accaduto. Gli elementi sospetti in questo caso sarebbero due. Il primo è di tipo medico: quel manico di scopa è andato molto a fondo, per conficcarsi così nell'orbita di un uomo ci vuole una certa forza. Inoltre, è decisamente un modo insolito per cercare di togliersi la vita. Il secondo di tipo sociologico: non è un segreto che in carcere ci sia un certo codice d'onore. Chi è dentro per reati violenti contro donne e bambini, solitamente, finisce nel mirino: motivo per cui molto spesso, in certe situazioni, viene applicato l'isolamento per motivi di sicurezza. Le autorità, in questo momento, escludono che il 35enne romeno sia stato vittima di un regolamento di conti. Al momento è ancora prematuro, ma è possibile che i legali di Ianosi chiedano un approfondimento da parte degli inquirenti.

Le condizioni

Alexandru è arrivato in ospedale, già intubato, domenica pomeriggio. L'uomo è stato operato d'urgenza e da allora non si è più svegliato: è sempre stato sedato, quindi nessuno ha potuto parlare con lui.
Intanto oggi si terrà l'autopsia sulla compagna, come disposto dal sostituto procuratore di Venezia, Alessia Tavarnesi. L'esame autoptico è stato affidato alla dottoressa Barbara Bonvicini, il medico legale intervenuto per i primi rilievi la mattina di venerdì scorso, quando i carabinieri si sono recati in via Mantegna. Pochi dubbi sulle cause della morte, ma l'autopsia servirà a chiarire quante siano state le coltellate inferte dall'uomo alla compagna e se la donna, prima di essere uccisa, sia stata colpita con qualche oggetto sulla testa, per stordirla.
 

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 19:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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