La sfida del Lido di Venezia: diventare un'isola green e "sostenibile"

Lunedì 24 Giugno 2019 di Davide Scalzotto
La sfida del Lido di Venezia: diventare un'isola green
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VENEZIA - Il Lido di Venezia, l'ex isola d'oro, l'isola di Nicolò Spada e del conte Volpi, della  Belle Époque e del Liberty, dei ruggenti anni 50 e 60 con la dolce vita legata all'epoca lucente della Mostra del Cinema, ora ha una nuova missione, dopo anni di crisi di identità: diventare la prima isola veramente green d'Italia, un esempio di sostenibilità per diventare un modello europeo di residenza e turismo. Obiettivo ambizioso e non facile, perché il Lido per anni e anni ha patito della crescita delle spiagge vicine del litorale veneto, del boom del plein air di Cavallino, di quello immobiliare, residenziale e vacanziero di Jesolo, di quello storico di Caorle o di quello del turismo per famiglie di Bibione. Al punto che più volte gli operatori hanno manifestato il loro risentimento per non essere considerati - a differenza delle concorrenti, la spiaggia di Venezia, anche nei messaggi promozionali della Regione.
 
OSPEDALE AL MARECosì ora, vuoi per l'azione dell'amministrazione comunale, vuoi per la presa di coscienza delle imprese locali, il Lido si è dato una mossa. Prima di tutto rilanciando la ricettività, riconvertendo ad esempio l'ex ospedale al Mare in due resort di lusso con il marchio Th-resort e Club Med (in tutto 530 camere) e prevedendo la trasformazione delle ex colonie in altrettanti alberghi di alto livello. In secondo luogo, puntando appunto sulla sostenibilità ambientale, declinata in ogni settore delle attività dell'isola.
È nato così il progetto Green Lido del Consorzio Venezia e il suo Lido, iniziativa tutta al femminile, presentata mercoledì al Salone Nautico e sostenuta, dopo un primo avallo di Confindustria, anche da Comune e Regione. La presidente del Consorzio Michela Cafarchia ha presentato i risultati dei primi tre anni di lavoro. Tutto parte dal protocollo siglato il 26 gennaio 2018 dal ministero per l'Ambiente, Confindustria Venezia-Rovigo e Consorzio Venezia e il suo Lido per attribuire un marchio di qualità ambientale che vincoli le aziende aderenti. E il marchio viene rilasciato solo alle aziende che rispettano determinati requisiti: riciclo e riduzione di rifiuti, produzione di energia da fonti rinnovabili, formazione e sensibilizzazione di dipendenti e clienti, utilizzo di mezzi elettrici, bike sharing e cicloturismo, attività sportive all'aria aperta, ristorazione a chilometro zero. A oggi il 35% delle aziende aderenti sull'isola è già operativo.
La trasformazione del Lido in isola green e sostenibile passa poi per alcuni passaggi fondamentali. Il primo, spiegato mercoledì da Paolo Pettinelli e Giovanni Seno (rispettivamente presidente e direttore generale del gruppo Avm), con i finanziamenti del Comune, è la trasformazione dell'intera flotta dei bus (30 mezzi) in elettrica. Michele Zuin, assessore al bilancio, ha trovato 17 milioni per i bus e 6 per il sistema di centraline. Il Lido sarà così una delle prime realtà urbane con i mezzi di trasporto pubblico completamente elettrici. «Questo - ha spiegato Seno - consente una riduzione annua di 17.900 chili di ossido di azoto, 16.200 di ossido di carbonio, 1.200 chili di idrocarburi, 245 chili di polveri sottili Pm 10 e permette di azzerare le emissioni di anidride carbonica». Attenzione però, ha ammonito: «Perché se è vero che questo è il futuro nei trasporti, va anche detto che, per alimentare le centraline, Enel ha stimato che servirà portare in isola 4.5 megawatt, pari all'energia che serve a soddisfare il fabbisogno di 2.500 famiglie. Il problema del futuro sarà: come produciamo questa energia che ci consente di ridurre le emissioni dei nostri mezzi pubblici? Con il carbone? Significherebbe spostare il problema. Ecco allora che bisognerà ragionare su fonti alternative e sostenibili e su realtà urbane che consentano di sviluppare la ricerca e la produzione, con nuovi posti di lavoro e nuove competenze».
FINANZIAMENTI BLOCCATITanto più, ha spiegato Pettinelli, che lo Stato ha congelato la quota di stanziamenti per il 2019 del fondo per la mobilità sostenibile fino al 2033, previsto in 3.2 miliardi, bloccando anche i 300 milioni del Fondo nazionale trasporti. «Eppure - ha detto Pettinelli - siamo riusciti a trovare grazie al nostro bilancio i 23 milioni per investire sulla mobilità elettrica al Lido».
Cè poi la parte dei rifiuti, con il Lido (assieme a Pellestrina) passato da una percentuale del 27% di raccolta differenziata nel 2013, a circa il 75%, come sottolineato da Federico Adolfo di Veritas, contribuendo a fare di Venezia la Città metropolitana italiana con la più alta percentuale di differenziata (68,5%) e la minor percentuale di rifiuti conferiti in discarica. Non solo, ma la differenziazione della raccolta consente un riciclo virtuoso, come nel caso della raccolta degli oli esausti (il normale olio e grasso da frittura) che serve per produrre carburante per i mezzi di navigazione.
I servizi come trasporti e igiene urbana, sono insomma il segnale che nel settore pubblico qualcosa si è mosso. Ma è nell'impresa privata che il Lido sembra aver voltato pagina, riscoprendo le motivazioni degli anni d'oro. Puntare sul turismo sostenibile, sulle attività che solo qui si possono fare (come la voga, il trekking nell'oasi del Wwf, la pesca, la gastronomia a chilometro zero) costituisce una sfida per attirare un nuovo tipo di visitatore, magari anche più informato e consapevole.
Davide Scalzotto
Ultimo aggiornamento: 16:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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