Il cancello automatico dell'azienda è bloccato, scende dall'auto e l'incasso della giornata sparisce

Domenica 6 Settembre 2020 di Monica Andolfatto
Il cancello automatico dell'azienda è bloccato, scende dall'auto e l'incasso della giornata sparisce
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JESOLO - Esce dall'azienda, scende dall'auto perché non si aziona il cancello automatico, e le borse con denaro e documenti personali sistemate sul sedile posteriore spariscono.

È caduto dritto nella trappola tesa dai malviventi che, senza colpo ferire, sono scappati con un bottino ingente, l'incasso dell'intera giornata. Quello della Ibif di Jesolo, società di vendita all'ingrosso di alimentari e bevande, di fatto il rifornitore principale di ristoranti, bar, pizzerie del litorale.

Vittima, suo malgrado, l'amministratore delegato, Luciano Turci, 72 anni. Il piano progettato dai malviventi non ha fatto una grinza, tanto da far pensare che fossero a conoscenza per lo meno delle abitudini dell'imprenditore. L'episodio, su cui sta indagando la polizia, risale a mercoledì scorso poco prima delle venti.

LA CRONACA
Come sempre, Turci è l'ultimo a lasciare la sede. Dopo aver chiuso gli uffici e inserito l'allarme si mette al volante della sua macchina, percorre l'ampio piazzale al civico 227/A di via Roma Destra, nei pressi della rotonda Picchi, oltrepassa l'ingresso e con il telecomando dà l'impulso di chiusura al cancello che rimane aperto sin dal mattino in maniera da consentire il passaggio dei mezzi in partenza e in rientro. 

Ma stavolta qualcosa non va. Il segnale luminoso si accende ma il portone non si muove. A quel punto il 72enne fa quello che tutti farebbero: va a controllare cos'è che impedisce il funzionamento del meccanismo. E la causa la individua subito: il cancello è andato fuori binario. O per meglio dire è stato messo in quella posizione per ottenere l'effetto voluto: e cioè che il veicolo con i soldi fosse lasciato anche se per pochissimo tempo incustodito. 

La trappola è già scattata: quando Turci ritorna all'auto per avvertire che qualcuno lo raggiungesse per aiutarlo a risolvere il problema, il denaro si era già volatilizzato.

UN BLITZ
Un vero e proprio blitz, tanto che il derubato non si è accorto di nulla: con ogni probabilità i banditi erano in agguato nascosti magari tra la vegetazione attigua, pronti a entrare in azione al momento per loro più opportuno secondo il piano progettato. E così è stato. A quel punto all'imprenditore non è rimasto che dare l'allarme. Dalle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza della stessa azienda, acquisite dagli investigatori, si notano almeno due persone che si sono avvicinate all'auto e che una volta preso quanto cercavano, salgono su una vettura che sopraggiunge per poi allontanarsi a forte velocità. La modalità di questo furto, perché tale è, ricalca quella utilizzata per derubare in particolare i rappresentanti orafi o comunque chi si sposta in auto con grossi valori: siano essi gioielli, pietre preziose o contanti. I banditi, specialisti del genere, simulano un guasto al veicolo - spesso si tratta di uno pneumatico bucato - che costringe il conducente a uno stop non previsto. Bastano pochi minuti, quelli in cui si lascia il posto di guida per verificare cosa è successo, ed ecco che i malviventi riescono in tutta tranquillità ad arraffare il malloppo e a dileguarsi.
Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 09:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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